AGI - La missione della Russia è quella di creare un "nuovo mondo", in contrapposizione alla visione occidentale "arrogante" ed "egemonica". E l'attacco all'Ucraina del febbraio del 2022 non è altro che una conseguenza del confronto di lunga data di Mosca con l'Occidente. È un vero e proprio manifesto ideologico quello che il presidente russo Vladimir Putin illustra alla platea del forum Valdai, il think thank di politica estera legato al Cremlino che si riunisce a Sochi dal 2004.
Il capo del Crmelino alterna toni minacciosi e vittimismo, ribadisce che il Cremlino a suo tempo avanzò una proposta di adesione alla Nato ma che la richiesta fu respinta e annuncia che Mosca sta testando "con successo" il supermissile a propulsione nucleare 'Burevestnik'. La guerra in Ucraina è il cuore dell'intervento da cui Putin muove per spiegare la sua visione delle relazioni internazionali: "Non è un conflitto territoriale - dice - la Russia è il paese più grande del mondo in termini di territorio e non abbiamo alcun interesse a conquistare ulteriori territori. La questione è molto più ampia e fondamentale, stiamo parlando dei principi su cui si baserà un nuovo ordine mondiale".
"Il nostro compito è quello di costruire un nuovo mondo", in contrapposizione a un Occidente che punta all'"egemonia" globale. La guerra di invasione all'Ucraina dunque, ripete Putin, è frutto di una risposta di Mosca all'aggressività occidentale: "Non abbiamo iniziato la cosidetta guerra in Ucraina. Al contrario, stiamo cercando di porvi fine. Non abbiamo organizzato un colpo di stato a Kiev", dice.
"La guerra, iniziata dal regime di Kiev con il sostegno attivo dell'Occidente, dura già da 10 anni e l'operazione militare speciale è stata lanciata per fermarlo", ribadisce. È al cuore dell'Occidente che il capo del Cremlino punta: "Chiunque si comporti in modo indipendente diventa immediatamente un ostacolo per le elite occidentali che hanno sempre bisogno di un nemico per spiegare l'espansione e mantenere il controllo interno in un determinato sistema", prosegue il presidente russo ribadendo che Mosca avanzò a suo tempo una richiesta di adesione alla Nato ma che tale richiesta fu rifiutata. Il compito della Russia dunque, è quello di superare il tentativo egemonico dell'Occidente di affermare un mondo unipolare.
Sul piano militare, conclude il capo del Cremlino, "la dottrina di Mosca prevede l'uso di armi nucleari solo in due casi: un attacco al proprio territorio e una minaccia all'esistenza della Russia. In caso di attacco nucleare al territorio russo la risposta di Mosca sarà tale che il nemico non avrà possibilità di sopravvivere. E nessuna persona ragionevole penserebbe mai di usare armi atomiche contro la Russia".
Infine, l'annuncio che Mosca potrebbe revocare la ratifica degli accordi che prevedono lo stop agli esperimenti nucleari e la conferma della notizia anticipata qualche giorno fa dal New York Times, ovvero che la Russia sta testando "con successo" la messa a punto del supermissile Burevestnik, un missile da crociera a propulsione e capacità nucleare con una gittata potenziale di molte migliaia di miglia.
Il 'supermissile' era stato menzionato per la prima volta da Putin nel 2018 e si sa poco delle sue caratterisiche. Il nome in codice del missile nel linguaggio Nato è 'Skyfall' e diversi esperti occidentali si sono mostrati scettici riguardo all'affidabilità dell'arma. Si ritiene però che sia in grado di trasportare una testata nucleare o convenzionale, e potenzialmente potrebbe restare in volo per un tempo molto più lungo rispetto ad altri missili e coprire distanze molto maggiori, grazie appunto alla propulsione nucleare.
Missile russo sul centro di Kharkiv
Le forze russe hanno colpito il centro della città di Kharkiv. Lo riportano i media ucraini citando il sindaco di Kharkiv, Ihor Terekhov e il capo dell'amministrazione militare dell'oblast di Kharkiv, Oleh Syniehubov.Terekhov ha riferito che l'intera città di Kharkiv è sotto attacco e che ci sono informazioni su un attacco al centro. Syniehubov ha invitato i residenti della città e dell'Oblast di Kharkiv a rimanere nei rifugi.