AGI - "Un passo storico, un momento cruciale nel viaggio democratico del nostro paese". Con un messaggio dai toni entusiastici il premier indiano Narendra Modi ha commentato sul suo account X (ex Twitter) la decisione presa dalla Camera alta del Parlamento per assegnare il 33% dei seggi della Camera bassa e dei diversi Parlamenti nazionali alle donne.
Il Paese dell'Elefante, il più popoloso del Pianeta, è anche uno di quelli che storicamente ha avuto leader politiche conosciute e apprezzate a livello internazionale, a partire da Indira Gandhi, che fu la seconda donna a diventare premier nel mondo. La loro presenza nelle istituzioni legislative, tuttavia, è sempre rimasta bassa: mentre l'India è oggi protagonista di straordinaria crescita economica e d'immagine, nell'Aula si contano 'solo' 104 donne sui 788 eletti.
Con il via libera di questa settimana si chiude anche in India il travagliato iter per inserire le quote rosa. Una proposta che era stata presentata già nel 1996 e respinta per ben sei volte negli ultimi 27 anni. India ha comunque una lunga storia di attivismo per i diritti umani, in particolare per i diritti delle donne: lo stesso Mahatma Gandhi sosteneva la liberazione politica e sociale del Paese che avrebbe dovuto abolire le caste ma anche promuovere la valorizzazione della donna e la parità fra i due sessi.
Prima delle cosiddette quote rosa fece notizia il prestigioso riconoscimento di Forbes, che lo scorso gennaio ha inserito ben sei indiane nella lista delle 100 donne più potenti del mondo. Tra queste la ministra delle Finanze, Nirmala Sitharaman, considerata uno dei grandi artefici della crescita indiana.