AGI - La popolazione di leopardi delle nevi in Bhutan è passata dai 96 esemplari rilevati nel 2016 ai 134 del censimento appena concluso, un aumento pari a ben il 39,5%. Un risultato straordinario che però, avvertono le autorità di Thimphu, non devono far diminuire la preoccupazione per la forte vulnerabilità di questa rara specie.
La National Snow Leopard Survey 2022-2023 ha coperto più di 9.000 km quadrati di habitat del felino grazie a 310 stazioni di trappole fotografiche, spiega il Wwf, che ha collaborato all'operazione. È stata rilevata una densità complessiva di 1,34 leopardi delle nevi per 100 km quadrati, comparativamente più alta nella parte occidentale del Paese che nel Bhutan centrale e orientale. Gli animali sono stati localizzati anche in aree dove non erano risultati presenti nel 2016 e la vastità dell'habitat suggerirebbe che le popolazioni di leopardi delle nevi indiane e cinesi possano avere origine proprio in Bhutan.
Karma Tshering, segretario del Ministero dell’Energia e delle Risorse Naturali, ha affermato che, se i risultati dell’indagine confermano che il regno arroccato sull'Himalaya è una roccaforte per questo mammifero, il leopardo delle nevi “è anche una specie in pericolo; la Lista Rossa IUCN designa il leopardo delle nevi come vulnerabile. Senza protezione, questa magnifica specie potrebbe rischiare l’estinzione nel prossimo futuro”.
Presente in dodici Paesi sulle montagne più alte dell'Asia, i leopardi delle nevi sono minacciati dal degrado dell'habitat, dall'esaurimento delle prede, dal conflitto con gli esseri umani, dal bracconaggio e dai cambiamenti climatici. La popolazione globale di leopardi delle nevi sta diminuendo, ma l’indagine suggerisce che gli sforzi di conservazione in Bhutan per ripristinare l’habitat e combattere la caccia illegale stiano avendo un impatto positivo.
"L'aumento del numero dei leopardi delle nevi dimostra il forte impegno del Bhutan per la conservazione globale e illustra ciò che può essere raggiunto con leader visionari, un rete di habitat protetti interconnessi e partecipazione significativa e gestione delle comunità locali”, ha commentato Dechen Dorji, direttore per l'Asia della sezione statunitense del Wwf. L'associazione ha poi richiamato l'attenzione sulla necessità di prevedere adeguate compensazioni per i pastori, le cui greggi possono essere attaccate da questi grandi felini.