AGI - 'Sicurezza e sovranità'', il mantra del presidente cinese Xi Jinping, sta trasformando comuni cittadini cinesi in un "esercito non ufficiale" di delatori e cacciatori di spie. A lanciare l'allarme è l'americana Bloomberg dando conto di una serie di iniziative che confermano come la paura di esser spiati si stia trasformando in una vera e propria fobia per Pechino.
"Mentre ai cittadini viene offerta una ricompensa di 500 mila yuan (quasi 65 mila euro) per chi riesce a denunciare una spia, sui social media si susseguono le storie di utenti che denunciano i loro amici anche per questioni di poco conto, come il fatto di non conoscere il testo di una popolare canzone cinese". Dopo le vacanze estive gli studenti universitari sono stati tempestati di volantini ed eventi informativi che invitano a stare attenti alle spie oppure insegnano a riconoscerli, anche nella propria cerchia di amici e conoscenti.
Tra le iniziative 'formative' figura anche un gioco interattivo - 'Chi è la spia?' - lanciato da uno studente che sta riscuotendo successo proprio negli ambienti universitari. Secondo Bloomberg, dietro l'imponente sforzo di 'sensibilizzazione' c'è il ministero della Sicurezza di Stato cinese che, da quando ha aperto il suo profilo sulla piattaforma social WeChat, sta inviando flussi costanti di direttive anti-spia ai suoi follower, giustificando questo iper-attivismo con il bisogno di far squadra con tutta la società cinese per prevenire cyberattacchi.
Dallo scorso luglio è anche in vigore una nuova legge anti-spionaggio il cui ambito di applicazione è stato allargato a qualsiasi documento relativo alla sicurezza nazionale, aprendo di fatto la strada ai controlli sulle attività accademiche, imprenditoriali e d'informazione.