AGI - È braccio di ferro tra l'Unesco e l'Egitto sul progetto di demolizione di settori storici della capitale, come la Città dei Morti. L'Egitto ha difeso il suo piano garantendo che saprà vincere la "sfida" di trovare un equilibrio tra sviluppo economico, crescita della popolazione e conservazione del patrimonio culturale che - assicurano al Cairo - il governo è "determinato a preservare". Lo ha detto, prima dell'Assemblea generale dell'Unesco, in corso in questi giorni a Riad, il delegato permanente dell'Egitto presso l'organizzazione, Alaa Youssef, sottolineando che il suo Paese è disposto a discutere in modo esaustivo della valutazione del patrimonio, ma con un "approccio globale" che includa "la sfida della crescita demografica".
In questo senso, ha sottolineato le "urgenze" del suo Paese di "rispondere agli obblighi dello sviluppo" e ha sottolineato che è una "sfida" mantenere l'equilibrio nella conservazione del patrimonio culturale. Tuttavia, ha garantito, "l'Egitto è determinato a preservare il suo patrimonio mondiale e a garantire uno sviluppo sostenibile" e a trovare "l'armonia".
La polemica va avanti da tempo, dopo che lo scorso maggio il governo egiziano ha iniziato a demolire gli storici mausolei della Città dei Morti, la necropoli medievale che fa parte del centro storico del Cairo, patrimonio mondiale dell'Unesco, per costruire un'autostrada. Davanti all'Assemblea generale dell'organizzazione Onu è stato approvato un documento sul patrimonio protetto dei Paesi arabi in cui si precisa che l'Egitto ha riferito che il suo progetto autostradale "non comporta la demolizione di tombe o mausolei all'interno della proprietà".
Tuttavia, l'Unesco ha espresso preoccupazione per i "danni recentemente segnalati" al cimitero e ha ribadito la sua richiesta all'Egitto di presentare urgentemente informazioni tecniche su eventuali progetti importanti. Il documento richiede al Cairo anche di presentare al Centro del Patrimonio Mondiale, entro il 1 febbraio 2024, un rapporto aggiornato sullo stato di conservazione del bene e sull'attuazione del progetto.
Dopo l'intervento dell'egiziano, è intervenuto Stephan Doempke, responsabile della Ong World Heritage Watch, che ha evidenziato anche la situazione nella zona di Santa Catalina, nella penisola egiziana del Sinai, "minacciata dallo sviluppo del turismo di massa" con alcuni piani del governo che sono stati presi unilateralmente e "senza consultazioni preventive". Per questo ha chiesto all'ufficio dell'Unesco al Cairo di organizzare una visita di valutazione nella zona per esaminare la situazione e proporre questo sito per l'elenco dei patrimoni in pericolo.