AGI - Otto candidati in cerca di leader. E il favorito che ha parlato in un'intervista pre-registrata che non ha avuto l'impatto sperato. La serata delle grandi attese e dei grandi assenti si è conclusa con un risultato a metà per tutti, ma pendente verso il favorito dai sondaggi.
Mentre a Milwaukee, Wisconsin, è andato in scena il primo duello televisivo tra i candidati repubblicani alle primarie per la nomination alle presidenziali 2024, si è sentita l'assenza del più atteso e popolare tra gli elettori repubblicani: Donald Trump. Il tycoon, che aveva annunciato da tempo la sua assenza, per "mancanza di rivali", tutti staccati di decine di punti percentuali, alla fine ha parlato di tutto in un'intervista concessa all'ex conduttore di Fox News Tucker Carlson, proprio colui che, all'indomani dell'insurrezione del 6 gennaio 2021, disse ai colleghi di "odiare con passione" Trump e "di non vedere l'ora di non parlare più di lui".
Due anni dopo i due si sono ritrovati insieme sull'account Twitter, ora 'X', di Carlson. Ma Trump non ha rubato la scena come sperava, nonostante avesse ottenuto di mettere in rete l'intervista poco prima delle 9 di sera, orario di partenza del duello televisivo.
Alla fine il tycoon è stato il protagonista invisibile dell'evento tv. Gli otto candidati saliti sul palco, dal governatore della Florida Ron DeSantis al giovane imprenditore Vivek Ramaswamy, dall'ex vicepresidente Mike Pence all'ex governatore Chris Christie, non hanno conquistato la scena.
Ogni riferimento positivo a Trump è stato sottolineato dagli applausi della platea. Ogni critica è stata accompagnata da mugugni e applausi tiepidi. La base ha confermato in più momenti di volere solo Trump in gara. Il dibattito ha vissuto attimi di tensione, ma senza grandi momenti.
Divisi sull'Ucraina, divisi sul 6 gennaio, assenti sul tema del cambiamento climatico, ma tutti uniti nel considerare Joe Biden un "disastro". Il vero passaggio chiave della serata, e tema politico di tutta la campagna, è stato quando uno dei conduttori di Fox News, Bret Baier, ha chiesto chi tra gli otto candidati sarebbe pronto ad appoggiare Trump da presidente, incriminato per quattro volte, anche nel caso dovesse essere condannato: sei su otto hanno sollevato la mano. Tra questi DeSantis, ma solo dopo aver visto gli altri farlo, e Pence. Contrari Christie e l'ex governatore dell'Arkansas Asa Hutchinson. Tutti gli attacchi lanciati al grande assente sono evaporati con quel segnale di fede.
Trump era stato accusato da Haley di "essere il più detestato d'America", da DeSantis di "aver bloccato l'economia durante la pandemia". Pence ha affermato una cosa che potrebbe tornare utile nelle inchieste federali sul tycoon: "il popolo americano - ha detto, rivolto al pubblico - merita di sapere che il presidente voleva che (il 6 gennaio 2021, giorno dell'insurrezione, ndr.) io mettessi lui sopra la Costituzione. Invece ho scelto la Costituzione come faro' sempre".
La platea ha accolto la dichiarazione di Pence con tiepidi applausi, a conferma che l'unico vero vincitore della serata è stato Trump. Anche perché alla fine i suoi sfidanti hanno ammesso di essere pronti ad appoggiarlo, anche da condannato.
La paura di alienarsi l'appoggio dei sostenitori trumpiani ha finito per congelare il dibattito. Nessuno ha voluto rischiare. Adesso la parola ai prossimi sondaggi, per capire chi si sarà più avvicinato a Trump, e soprattutto di quanto.
Nel sondaggio pubblicato da Cnn, poco prima del dibattito, DeSantis era staccato di quaranta punti dal tycoon, il 17 per cento dei consensi contro il 57 dell'ex presidente. Troppi per pensare che una sola uscita televisiva, e di questo tono, possa aver cambiato gli equilibri di queste primarie.