AGI - È stata decisamente una pessima idea quella di postare sui social, quasi fosse un trofeo o un nuovo piatto gourmet in menù, la foto di un raro esemplare di squalo finito "per sbaglio" nella rete dei pescatori che riforniscono quotidianamente il ristorante 'Le Gambaro', sull'isola di Levant, al largo della Costa Azzurra.
Forse il rinomato ristoratore non si è reso conto che quell'istantanea, immortalando presumibilmente una specie di squalo a rischio d'estinzione (forse uno squalo Mako), avrebbe potuto scatenare panico e indignazione sul web. Oppure non ha realizzato che qualche utente credulone poteva veramente pensare a un nuovo piatto del giorno. Poco importa, perché il risultato del malaugurato post è stato 'solo' quello, sicuramente indesiderato, di sollevare aspre polemiche in rete e destare anche l'attenzione dell'ufficio francese di Sea Shepherd Conservation Society, no-profit internazionale a tutela della fauna ittica e gli ambienti marini che, infatti, ha deciso di denunciare il locale 'reo' della pesca involontaria.
Secondo gli attivisti - riferisce il quotidiano Le Figaro - Le Gambaro, ristorante tipico con vista sul porto dell'isola e pesce fresco in menù ogni giorno, non sarebbe nuovo a questo tipo di pesca per nulla involontaria. "Anche nel 2019 Le Gambaro aveva inserito in menù lo squalo Mako", obiettano scandalizzati gli attivisti precisando su Facebook che, all'epoca, questa specie "non era ancora strettamente protetta, ma era già in pericolo di estinzione".
"Dopo anni di battaglie e trattative, la legge a protezione degli squali Mako è stata approvata, ma questo ristoratore - insiste la no-profit - non ha cambiato le sue abitudini irresponsabili" e addirittura ne fa mostra continuando "a posare con specie protette, orgogliosamente, in scene macabre".
Nella foto, precisa il quotidiano, lo squalo, sanguinante, è tenuto in mano da tre persone in cucina. Benché non sia stato ancora appurato se si tratti di un raro squalo Mako o di un più comune verdasca, Sea Shepherd ha promesso di portare il ristorante in tribunale per "pesca e smercio illegale". Sembra giusto precisare che a prescindere dal post di dubbio gusto e interpretazione, nel menù del giorno del ristorante in questione, lo squalo non c'è mai stato.
Sempre su Facebook la direzione del ristorante si è ufficialmente scusata di quanto avvenuto ribadendo che lo squalo dalla pelle blu "è rimasto accidentalmente intrappolato durante la pesca" e ora è sottoposto a esame delle autorità competenti. "In attesa della convalida da parte delle autorità, non abbiamo quindi fatto nulla: non c'è modo di cucinarlo!”, confessa il gestore sulla pagina Facebook del ristorante, in un post speriamo più fortunato del precedente.