AGI - Gli Stati Uniti hanno ordinato l'evacuazione parziale della propria ambasciata in Niger. Lo ha reso noto il Dipartimento di Stato di Washington. "Il 2 agosto 2023, il Dipartimento ha ordinato la partenza dall'Ambasciata di Niamey dei dipendenti governativi statunitensi non essenziali e dei loro familiari", si legge nella nota.
L'avviso pubblicato sul sito del Dipartimento di Stato avverte i cittadini statunitensi di "non recarsi in Niger", ma non consiglia a tutti gli americani di lasciare il Paese africano. "L'Ambasciata degli Stati Uniti a Niamey ha temporaneamente ridotto il suo personale, ha sospeso i servizi di routine ed è in grado di fornire solo assistenza di emergenza ai cittadini statunitensi in Niger", rileva la nota.
Gli Stati Uniti hanno condannato con forza il rovesciamento del presidente Mohamed Bazoum ma, a differenza della Francia e di altri Paesi europei, non hanno ordinato evacuazioni né sospeso gli aiuti al Niger, che ammontano a diverse centinaia di milioni di dollari.
"Gli Stati Uniti respingono tutti i tentativi di rovesciare l'ordine costituzionale del Niger e sono al fianco del popolo nigerino a sostegno della governance democratica e del rispetto dello Stato di diritto e dei diritti umani", ha dichiarato il portavoce del Dipartimento di Stato, Matthew Miller. Washington, ha aggiunto, rimane "diplomaticamente impegnata ai piu' alti livelli".
In precedenza, lo stesso portavoce aveva dichiarato che non vi sono indicazioni di minacce contro gli americani in Niger o contro strutture americane come l'ambasciata e che la situazione a Niamey è "calma" e "fluida". Circa 1.000 militari statunitensi sono di stanza in Niger, dove stavano aiutando il presidente spodestato, Mohamed Bazoum, a combattere un'insurrezione islamista regionale. Bazoum è stato rovesciato il 26 luglio quando alcuni membri della sua guardia lo hanno arrestato presso la presidenza.