AGI - Un intervento militare in Niger per ripristinare il presidente eletto Mohamed Bazoum, rovesciato da un putsch, sarebbe considerato "una dichiarazione di guerra contro il Burkina Faso e il Mali". È affermano in una dichiarazione congiunta i governi di Ouagadougou e Bamako (a loro volta frutto di colpi di Stato). I leader dell'Africa occidentale hanno minacciato di usare "la forza" quando si sono incontrati ad Abuja, la capitale nigeriana
Intanto la Francia inizierà già oggi le operazioni per portare via i suoi connazionali dal Niger, dove il colpo di stato la scorsa settimana ha scatenato violente proteste anti-francesi: lo ha reso noto il Quai d'Orsay.
La decisione è stata motivata dagli attacchi all'ambasciata francese a Niamey e dalla chiusura dello spazio aereo del Niger che ha reso impossibili le partenze regolari, ha affermato il ministero degli Esteri da Parigi in una nota.
La Francia aveva già annunciato che stava preparando l'evacuazione dei connazionali "a fronte di un deterioramento della situazione della sicurezza a Niamey", ma non aveva fornito tempistiche. Il ministero degli Esteri ha detto che la Francia si e' offerta di evacuare altri cittadini europei che vogliono lasciare il Paese.
Il presidente del Niger Mohamed Bazoum e' stato arrestato dalla sua stessa guardia presidenziale in quello che e' stato il terzo golpe in altrettanti anni nel Sahel, dopo quelli nelle vicine ex colonie francesi del Mali e del Burkina Faso. Francia e Stati Uniti hanno schierato insieme 2.600 soldati in Niger per combattere i jihadisti.
La giunta militare, ieri, ha accusato la Francia di cercare di "intervenire militarmente" per reintegrare Bazoum, cosa che il ministro degli Esteri francese Catherine Colonna ha negato. Domenica il presidente francese Emmanuel Macron ha promesso un'azione "immediata e senza compromessi" se cittadini o interessi francesi fossero stati attaccati, dopo che migliaia di persone si erano radunate davanti all'ambasciata francese a Niamey per protestare