AGI - Un Donald Trump che si attiene allo spartito e viene inseguito dalle inchieste può diventare seriamente il candidato più forte dei Repubblicani. Il giudizio arriva dal network che rappresenta una delle ossessioni storiche del tycoon: la Cnn, ammiraglia liberal dell'informazione americana.
Commentando la partecipazione di Trump al primo evento per la raccolta fondi a cui hanno preso parte, per la prima volta, tutti i candidati presidenziali alle primarie di partito, il network progressista ha sottolineato come al tycoon siano bastati dieci minuti per mostrare che tutte le incriminazioni a suo carico non ne hanno scalfito la fascinazione che ha sulla base repubblicana.
Salito sul palco del Lincoln Dinner, un evento di raccolta fondi in Iowa, Trump ha dominato la scena, davanti a una platea calda che ricordava, ha sottolineato la Cnn, quella di un contest tv.
Ron DeSantis senza appeal sui repubblicani
Mentre l'ex presidente ha strappato numerosi applausi e spinto il pubblico a riprenderlo con il cellulare per immortalare il momento, gli altri dodici candidati, tra cui lo sfidante più accreditato, il governatore della Florida Ron DeSantis, sono apparsi quasi marginali, messi da parte dall'onda emotiva dell'America conservatrice, che sembra aver già scelto su chi puntare nelle elezioni del 2024. Trump è stato l'unico a essere accolto con la standing ovation ancora prima di cominciare il suo intervento.
Il messaggio è stato in linea con quelli dei comizi precedenti: "Se non mi fossi candidato - ha detto, riferendosi alle numerose incriminazioni - nessuno mi avrebbe dato la caccia". L'ex presidente ha aggiunto di aspettarsi nuovi guai giudiziari, stavolta in Georgia, dove è al centro di un'inchiesta incentrata sui tentativi di sovvertire il risultato elettorale del 2020.
Ma questa ipotesi, invece di spaventarlo, comincia a esaltarlo, al punto che durante una diretta televisiva, Trump ha invitato DeSantis a ritirarsi. "Per il bene del partito - ha detto - deve farsi da parte". DeSantis non lo ascolterà, ma la strada dello sfidante è tutta in salita. Il paradosso americano è che più viene incriminato e più Trump occupa il centro del dibattito politico, finendo per oscurare i rivali. Ma una sua nomination potrebbe finire per mettere a rischio la vittoria, considerato che molti moderati sono spaventati dall'idea di mandare alla Casa Bianca un uomo accusato di molteplici reati. Una situazione che lo stesso DeSantis ha ammesso di temere.
"Se le elezioni - ha commentato in un'intervista a Abc News - diventano un referendum su quali documenti sono stati portati a Mar-a-Lago, non vinceremo. Non possiamo permetterci distrazioni". L'ex vicepresidente Mike Pence, il cui intervento in Iowa non ha scaldato gli animi, ha cercato di prendere le distanze da Trump, ma senza attaccarlo direttamente: "Le accuse nei suoi confronti sono molto serie - ha sottolineato - io non sottovaluterò mai l'importanza nel gestire documenti riservati che riguardano la sicurezza del Paese".
Pence, DeSantis e molti degli altri dodici sfidanti di Trump si trovano nella condizione ambigua di dover fare la corsa sul tycoon, ma di non poterlo attaccare direttamente per non alienarsi, in futuro, il voto dei trumpiani. E quelli restano maggioranza nel partito. La conferma è arrivata nei party organizzati dopo l'evento in Iowa: quello di Trump è stato affollato, con molte persone che si sono accalcate per entrare e poter strappare un selfie con la star. Quelle dei rivali erano semi deserte o quasi.
Trump sbanca nei sondaggi
Il resto lo dicono i sondaggi: secondo la media stilata dal sito specializzato americano FiveThirtyEight, che prende in considerazione i maggiori rilevamenti, Trump può contare sul 52,4 per cento dei consensi tra i conservatori, contro il 15,5 di DeSantis. Pence è solo quarto con il 4,6, superato dal finanziere ed estremista di destra Vivek Ramaswamy, terzo con il 6,8.
Il governatore della Florida, al momento, non riesce a ridurre il distacco: su sei sondaggi, da YouGov per The Economist a Jmc Analytics e Morning Consult, il risultato migliore lo vede in svantaggio di "soli" ventidue punti di percentuale. È quanto emerso nel rilevamento Jmc effettuato tra il 18 e il 22: DeSantis ha raccolto il 31 per cento, Trump il 53.
E non c'era ancora la nuova incriminazione da parte dei procuratori federali di Washington riguardo il tentativo del tycoon di far cancellare le immagini registrate dalle telecamere di sicurezza del suo resort di Florida, quello di Mar-a-Lago, dove l'ex presidente aveva trasferito centinaia di file prelevati dalla Casa Bianca. Nell'ultimo, quello di Big Village, realizzato subito dopo la nuova incriminazione, Trump ha aumentato il suo vantaggio sul secondo, sempre DeSantis: l'ex presidente ha raccolto il 61 per cento, il governatore si è fermato al 14. In tutto, 47 punti di distacco che, secondo gli osservatori presenti all'evento in Iowa, si sono visti tutti.