AGI - L'Ucraina è più vicina che mai alla Nato ma per arrivare a una piena adesione dovrà prima vincere la guerra contro la Russia. E per farlo gli Alleati forniranno tutto il sostegno necessario e le garanzie di sicurezza per quando il conflitto cesserà in modo che la storia non si ripeta. Si chiude così per Kiev il summit della Nato a Vilnius.
Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, che prima aveva dato sfogo alla sua frustrazione per l'assenza di indicazione di un calendario per l'adesione, poi ha dovuto riconoscere l'impegno degli Alleati per la sicurezza del suo Paese. E ammettere che "nessuno pretende che l'Ucraina entri nella Nato in guerra".
"Garanzie, documenti, consigli, riunioni... È tutto importante. Ma la cosa più urgente è assicurare abbastanza armi all'Ucraina. Perché se non vince questa guerra non ci sarà alcuna adesione da discutere", ha ribadito il segretario generale, Jens Stoltenberg. E in questo si sono impegnati gli alleati ma in particolare i potenti del G7, riuniti per l'occasione a Vilnius. Hanno firmato una dichiarazione per promettere le garanzie di sicurezza di cui potrebbe avere bisogno in futuro l'Ucraina, anche a conflitto terminato. "Il futuro dell'Ucraina è nella Nato", ma, intanto, "aiuteremo gli ucraini a costruire forti capacità difensive terrestri, marittime e aeree", è la sintesi del presidente americano, Joe Biden.
"È un successo di cui l'Ucraina aveva bisogno e che ha un grande significato", ha detto Zelensky sul palco affiancato dai leader di Stati Uniti, Canada, Giappone, Francia, Regno Unito, Italia e Germania. Ha espresso il suo apprezzamento per il sostegno "molto pratico" che il G7 ha fornito. Del resto anche lui si è dovuto arrendere all'idea di non poter spingere più di tanto sull'adesione immediata e ha dovuto fare i conti con un gelo diffuso dopo la sua furiosa reazione di ieri.
Il ministro degli Esteri britannico, Ben Wallace, è stato molto diritto: "Non siamo Amazon, stiamo rinunciando alle nostre scorte di armi. Dovrebbe mostrare un po' di gratitudine", ha detto. "Sono sempre stato grato", è stata la risposta in pubblico del capo di Stato ucraino. A livello politico intanto però è stato compiuto un primo importante passo con l'istituzione del Consiglio Nato-Ucraina.
"Oggi ci incontriamo da pari e non vedo l'ora che potremo incontrarci da alleati", ha sottolineato il segretario dell'Alleanza. "Il Consiglio è diverso dalla commissione presente nel passato, può prendere decisioni e siamo alla pari. Non sono 31 alleati che incontrano un partner. È un Consiglio che decide insieme", ha spiegato.
"Ci incontriamo a livello di capi di Stati e di Governo, come oggi; a livello di ministri Difesa ed Esteri, a livello di ambasciatori e a livello militare con i capi della Difesa. È più forte, più importante, di una semplice partnership", ha insistito. Sul fronte pratico, Zelensky torna a casa con più aiuti militari: Regno Unito e Australia oggi hanno promesso di inviare più carri armati, mentre la Germania ha promesso un nuovo pacchetto di armi da 770 milioni di euro, la Norvegia ha annunciato 220 milioni e la Francia ha detto che invierà missili a lunga gittata.