AGI - È durato tre e non due giorni il vertice Nato di Vilnius del presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Per lui lo scorso lunedì è forse stata la data più significativa: in tarda serata è arrivato il via libera all'ingresso della Svezia nella Nato dopo un trilaterale con il segretario generale dell'Alleanza, Jens Stoltenberg e con il premier svedese Ulf Kristersson.
Nella conferenza stampa di chiusura, Erdogan ha garantito che la ratifica da parte del parlamento turco avverrà "in tempi brevi". In partenza per Vilnius lunedì mattina Erdogan aveva stupito tutti affermando che avrebbe dato il semaforo verde alla Svezia se fosse stata riaperta la procedura d'ingresso della Turchia nell'Ue. Sembrava una provocazione e invece è diventata la chiave per sbloccare il veto su Stoccolma che altrimenti sarebbe rimasto.
Non è stato un caso che il trilaterale sia stato interrotto per dare a Erdogan la possibilità di incontrare il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel. Quest'ultimo ha confermato l'intenzione di far ripartire il dialogo con la Turchia. Un dialogo per cui Erdogan ha da oggi un alleato in più, la Svezia, che ha promesso sostegno 'attivo' alla Turchia. Il presidente turco, infine, ha incontrato la presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen. "L'atteggiamento dei leader europei mostra una positiva apertura", ha detto Erdogan in conferenza stampa.
La giornata di mercoledì ha visto Erdogan incontrare il premier Giorgia Meloni, il premier canadese Justin Trudeau, il presidente francese Emmanuel Macron e il premier britannico Rishi Sunak, ma soprattutto il presidente americano Joe Biden. I due hanno promesso che "un nuovo capitolo" dei rapporti tra Turchia e Usa è appena all'inizio. Biden, evidentemente soddisfatto per il sì alla Svezia, ha promesso che sbloccherà la vendita dei caccia da guerra F16 promessi anni fa alla Turchia.
"Sono sempre stato speranzoso e da oggi lo sono ancora di più", ha detto Erdogan in conferenza stampa dopo aver incontrato il premier olandese Mark Rutte, lo spagnolo Pedro Sanchez, l'albanese Edy Rama e il greco Kyriakos Mitsotakis. Un incontro avvenuto in un "clima positivo e cordiale" tra i leader di due Paesi tra cui non sono certo mancate polemiche e tensioni negli ultimi anni.
Il presidente turco in conferenza stampa ha parlato anche del conflitto in Ucraina, ribadendo l'intenzione di mediare per il rinnovo del corridoio del grano attraverso un dialogo che passa per il Cremlino. Un dialogo che, secondo Erdogan, deve rinvigorire le speranze per giungere alla fine del conflitto perché "la pace non ha perdenti", come ricordato dallo stesso leader turco, ma anche perché con la pace si potrà procedere all'allargamento all'Ucraina. Stavolta non ha trovato obiezioni da parte del presidente turco.