AGI - E se fosse il caldo anomalo (più delle accattivanti promesse elettorali dell'ultima ora) il vero fattore determinate delle prossime elezioni spagnole? Il dubbio si è legittimamente fatto strada sulla scia degli allarmi lanciati tanto dai meteorologi, quanto dalle autorità locali, tuttora impegnate nella difficile ricerca di personale per presidiare i seggi elettorali il 23 luglio.
È l'edizione europea della testata americana Politico ad riaccendere i riflettori su "fattori esterni" che potrebbero incidere direttamente sull'astensionismo e sul regolare svolgimento delle operazioni di voto. Nel paese iberico che, eccezionalmente, sta facendo i conti da primavera con temperature proibitive, è la prima volta in assoluto che si vota in piena estate.
Lo scrutinio, anticipato dal premier socialista Sanchez dopo la sconfitta elettorale alle municipali di fine maggio, potrebbe tuttavia riservare più di una sorpresa per via della "caliente" estate: oltre all'astensionismo, il "caos seggi", lascia intendere Politico pubblicando l'intervista a un funzionario della circoscrizione elettorale di Le'on (Castiglia) che ha voluto mantenere l'anonimato. A detta di quest'ultimo, solo in questo capoluogo "si registrano fino a 900 posti vacanti nei seggi" perché i cittadini si stanno nascondendo oppure non aprono la posta pur di evitare di "esser arruolati" per presidiare i seggi.
La Spagna - dove si prevede che almeno un quarto dell'elettorato sarà in ferie proprio il 23 aprile - rischia quindi di dover affrontare anche un probabile "caos ai seggi" se nelle prossime due settimane il problema non sarà risolto. La legge spagnola prevede che ogni seggio elettorale sia presidiato da tre elettori registrati, scelti con sorteggio.
Le autorità, per cautela, stanno eccezionalmente sorteggiando fino a nove elettori per far fronte a possibili "disertori" dell'ultima ora. I (mal) capitati sono obbligati a prestare servizio durante le 12 ore in cui i seggi rimangono aperti e rischiano una multa e fino a un anno di carcere in caso di rifiuto. "Ma anche con la minaccia di una pena detentiva - sottolinea Politico - le autorità hanno difficoltà a trovare un numero sufficiente di persone per svolgere il lavoro".