AGI - Il Giappone ha ottenuto il via libera dall'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica per il piano di scarico in mare delle acque della centrale nucleare di Fukushima, che l'agenzia dell'Onu ha definito "in linea con gli standard di sicurezza internazionali".
Nel rapporto presentato oggi, durante la visita in Giappone del direttore generale dell'Aiea, Rafael Grossi, l'agenzia ha sottolineato che "gli scarichi delle acque trattate avrebbero un trascurabile impatto radiologico sulla popolazione e sull'ambiente".
La task force di esperti provenienti da undici Paesi che per quasi due anni ha lavorato alla questione - dopo la decisione presa dal governo giapponese nell'aprile 2021 di scaricare nell'oceano le acque radioattive della centrale - ha compiuto cinque missioni in Giappone, diverse visite alla centrale, e pubblicato sei rapporti tecnici, analizzando "centinaia di pagine di documentazione tecnica e di regolatoria", sottolinea l'Aiea.
I tecnici hanno incontrato sia membri del governo che dirigenti del gruppo Tepco (Tokyo Electric Power Company) operatore della centrale colpita dalla triplice catastrofe del sisma, dello tsunami e dell'incidente nucleare del marzo 2011.
L'Aiea promette trasparenza e che continuerà la revisione della sicurezza nella fase dello scarico delle acque per "garantire che gli standard di sicurezza internazionali pertinenti continuino a essere applicati nei decenni del processo esposto dal governo del Giappone e da Tepco", ha commentato Grossi, dicendo che "il nostro compito è solo all'inizio".
La Cina critica l'Aiea
Duro attacco della Cina al rapporto dell'Aiea, giudicato "frettoloso". La Cina, si legge in una nota del ministero degli Esteri, "si rammarica della frettolosa pubblicazione del rapporto da parte dell'agenzia" dell'Onu. "Riteniamo che i rapporti delle agenzie non possano servire da 'talismano' e 'passaporto' per il Giappone per scaricare in mare", prosegue la nota di Pechino, che accusa l'Aiea di non avere "valutato l'efficacia a lungo termine delle apparecchiature di depurazione del Giappone e non ha confermato l'autenticità e l'accuratezza dei dati sull'acque inquinata dal nucleare". Le conclusioni dell'Aiea, è il giudizio della Cina, "sono relativamente limitate e unilaterali".
La Cina accusa il Giappone di avere ignorato le preoccupazioni internazionali riguardanti lo scarico delle acque della centrale di Fukushima e di usare l'oceano come una fogna. Termini durissimi, quelli di Pechino, che compaiono in un comunicato del ministero degli Esteri, in cui la Cina ha criticato il rapporto dell'Agenzia Internazionale per l'Agenzia Atomica
"Per considerazioni di costo economico", sottolinea la nota della diplomazia di Pechino, "il Giappone ha ignorato le preoccupazioni e l'opposizione della comunità internazionale e ha insistito per scaricare l'acqua contaminata dal nucleare in mare, utilizzando l'oceano Pacifico come una fogna".
Kishida prova a rassicurare: "Nessun impatto negativo"
Il primo ministro giapponese, Fumio Kishida, promette che lo scarico in mare delle acque della centrale di Fukushima non avrà un "impatto negativo" sulle popolazioni e intende continuare a fornire spiegazioni sul piano con un "alto grado di trasparenza".
Il premier giapponese, nel colloquio avuto oggi con il direttore generale dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica, Rafael Grossi, ha detto che "non permetterà che le emissioni abbiano un impatto negativo sulla salute delle popolazioni e sull'ambiente in Giappone e nel mondo".