AGI - Le forze di sicurezza israeliane hanno bombardato stamane a Jenin, centro nevralgico delle milizie palestinesi nel nord della Cisgiordania occupata, un'operazione militare su larga scala che ha provocato la morte di almeno cinque palestinesi (secondo fonti del ministero della salute locale), ma il bilancio è ancora incerto (il Jerusalem Post parla di 7 "terroristi uccisi") e probabilmente destinato ad aumentare.
L'offensiva israeliana, iniziata per via aerea e proseguita via terra, puntava contro un centro di comando della Brigata Jenin -che riunisce tutte le milizie di tutte le fazioni che combattono le truppe israeliane- e che era utilizzato -secondo Israele - anche come punto di osservazione, coordinamento e pianificazione, come deposito di armi ed esplosivi, e come nascondiglio per altri miliziani coinvolti negli attentati degli ultimi mesi.
Il centro di comando era circondato da strutture dell'Unrwa, ha denunciato il portavoce internazionale dell'esercito, Richard Hecht, il quale ha aggiunto che sia l'Autorità palestinese che la Giordania sono state informate dell'operazione. In questo momento, le truppe israeliane "continuano ad operare nell'area", principalmente sequestrando armi e cercando sospetti all'interno del campo, ha detto Heht, aggiungendo che l'operazione durerà "finché sarà necessario, senza limiti di tempo".
Secondo il portavoce, l'idea dell'operazione è quella di "rompere la dinamica dei terroristi": nell'ultimo anno e mezzo, quando gli attacchi si sono intensificati, più di 50 tentativi di attentati sono stati effettuati da militanti con base a Jenin, dove si nascondono anche circa 19 "terroristi" in fuga da altre aree della Cisgiordania.
Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant si è congratulato con le forze di sicurezza per l'operazione e ha assicurato che Israele si "prepara per ogni scenario" mentre "osserva da vicino le azioni dei nemici".
L'operazione arriva dopo che ieri sera il primo ministro Benjamin Netanyahu ha incontrato il suo gabinetto di sicurezza, incluso Gallant; il capo di stato maggiore, Hezi Halevi o quello dello Shin Bet, Ronen Bar- per discutere della situazione in Cisgiordania.