AGI - Ha commosso il discorso del re olandese Willem-Alexander che nel giorno del 160esimo anniversario dell'abolizione della schiavitù nei Paesi Bassi, ha preso la parola per dire: "Chiedo perdono all'umanità".
Il monarca, parlando al monumento nazionale alla schiavitù di Oosterpark di Amsterdam nel cosiddetto giorno del "Keti koti" ( una parola surinamese che significa "la catena è spezzata"), ha affermato senza mezzi termini: "In questo giorno in cui ricordiamo la storia olandese della schiavitù, chiedo perdono per questo crimine contro l'umanità. Come vostro re e come membro del governo, faccio io stesso queste scuse. E sento il peso di queste parole nel mio cuore e nella mia anima". Nella tratta degli schiavi, Willem-Alexander definendola "un orrore", ha spiegato di sentirsi "personalmente e intensamente" coinvolto.
Accompagnato dalla moglie, la Regina Maxima, il Re ha riconosciuto di non poter parlare a nome dell'intera nazione, ma ha detto alla folla che "la stragrande maggioranza" dei cittadini olandesi "sostiene la lotta per l'uguaglianza di tutte le persone, indipendentemente dal colore o dal background culturale". "I tempi sono cambiati e le catene sono state veramente spezzate", ha detto tra gli applausi.
I Paesi Bassi erano una grande potenza coloniale dopo il XVII secolo, detenendo territori in tutto il mondo nelle regioni che oggi costituiscono l'Indonesia, il Sudafrica, Curaçao e la Papua Occidentale e i mercanti di schiavi olandesi hanno trafficato più di 600.000 persone.La schiavitù venne poi abolita il 1° luglio 1863, ma molti lavoratori schiavizzati furono costretti a continuare a lavorare nelle piantagioni per un altro decennio. Inoltre un nuovo studio ha rivelato che i governanti olandesi ricevettero l'equivalente di 545 milioni di euro in denaro (ovviamente con il cambio di oggi) tra il 1675 e il 1770 dalle colonie in cui veniva applicata la schiavitù. Ma la tratta degli schiavi ha portato ovunque ricchezza: nella sola provincia occidentale dell'Olanda, uno studio del Consiglio di ricerca olandese ha rilevato che il 40% della crescita economica tra il 1738 e il 1780 poteva essere attribuito proprio alla schiavitù.