AGI - Dopo le elezioni legislative del 21 maggio, oggi la Grecia torna alle urne per un nuovo confronto tra i conservatori di Nuova Democrazia (ND), che puntano alla maggioranza assoluta, e la coalizione di sinistra Syriza, in calo.
Un vantaggio schiacciante
Il ritorno al potere della destra, guidata da Kyriakos Mitsotakis, sembra assicurata: gli ultimi sondaggi indicano un vantaggio dei conservatori tra 19,5 e 21 punti sul principale avversario di sinistra, Alexis Tsipras. In queste ultime settimane Nuova Democrazia ha quindi consolidato la solida posizione di vantaggio conquistata al voto del mese scorso, con il 40,8% delle preferenze, già in vantaggio di 20 punti sulle forze rivali.
Un vantaggio che con grande probabilità il partito di Mitsotakis rafforzerà, raggiungendo l'obiettivo prefissato della maggioranza assoluta nel Parlamento monocamerale di 300 seggi per poter governare senza dover formare un esecutivo di coalizione.
Lo scenario appare quasi certo in quanto gli altri quattro partiti eletti - Syriza, i socialisti Pasok-Kinal, i comunisti KKE e i nazionalisti di Soluzione greca - non sono riusciti ad allearsi per contrastare la corsa dei conservatori verso il potere. Gli ultimi sondaggi prevedono quindi una comoda vittoria della destra, tra il 39 e 43% delle intenzioni di voto, mentre Syriza non dovrebbe andare oltre il 18-22%.
La nuova legge elettorale favorisce Mitsotakis
A giocare a favore dei conservatori c'e' il nuovo sistema elettorale che entrerà in vigore, con un bonus fino a 50 seggi per il vincitore e una maggioranza assoluta che si raggiunge con 151 deputati su 300.
Nel dettaglio le nuove regole - frutto di un provvedimento legislativo varato dall'esecutivo di Mitsotakis - stabiliscono che tale bonus va da un minimo di 20 seggi per una quota di voto del 25% a un massimo di 50 seggi per una quota di voto del 40% e oltre. È importante notare che se la quota di voto del primo partito scende al di sotto del 25%, non gli verrà assegnato alcun premio di maggioranza. Questo cambiamento significa anche che la maggioranza assoluta può essere raggiunta dal partito leader se ottiene il 38% dei voti.
Oltre ai cinque partiti eletti lo scorso 21 maggio, in base ai sondaggi altre due formazioni potrebbero fare il loro ingresso al Vouli, il Parlamento greco, in carica per i prossimi 4 anni: un piccolo partito di destra xenofobo Niki e un partito di sinistra nazionalista nato dalla dissidenza da Syriza di nome Course of Freedom.
Lo spauracchio di un terzo scrutinio
Durante questa seconda campagna elettorale, Mitsotakis ha lanciato lo spauracchio di un possibile terzo scrutinio ad agosto se non otterrà la maggioranza assoluta. Secondo gli esperti, il raggiungimento di un'ampia maggioranza assoluta per Nuova Democrazia dipenderà sia dal suo punteggio sia dal numero di partiti che entreranno in Parlamento superando la soglia di sbarramento del 3%.
"Se ND ottiene ad esempio il 39% dei voti e ci sono sette partiti in Parlamento, la destra avrà appena la maggioranza assoluta, cioè 151 seggi", ha prospettato Pinelopi Fountedaki, docente di diritto costituzionale al Panteion, Università di Atene. In caso di assenza della maggioranza assoluta o di una nuova mancata formazione di una coalizione, secondo Fountedaki, il mandato del governo ad interim potrebbe essere prorogato in vista di un terzo scrutinio.
Secondo media e analisti, inoltre, il naufragio di un barcone con a bordo 350 pakistani, tra il 13 e 14 giugno, non dovrebbe avere alcuna ripercussione sul voto.
Tsipras si gioca tutto
L'ex premier Tsipras, che incarnava la speranza della sinistra radicale in Europa quando salì al potere nel 2015, si gioca tutto, dopo aver riconosciuto che l'amara sconfitta della sinistra al primo scrutinio è stata uno shock doloroso. Con un calo di oltre 11 punti rispetto alle elezioni del 2019, Syriza spera di non scendere sotto la soglia psicologica del 20%.
Il leader di Syriza ha anche pensato di dimettersi, prima di cambiare idea perché sentiva di "non avere il diritto di abbandonare la battaglia". Secondo gli esperti, un'altra cattiva performance di Syriza solleverà apertamente la questione della sua successione alla leadership di un partito che ha guidato per 15 anni e che negli ultimi anni ha in gran parte orientato ancora di più a sinistra.
Un premier figlio d'arte
Rampollo di una dinastia politica il cui padre è stato anche primo ministro, Mitsotakis ha già fatto meglio di lui, rimanendo al potere per un'intera legislatura. Sposato e padre di tre figli, dopo la laurea in Scienze Sociali e Integrazione Europea presso le prestigiose università di Harvard e Stanford (USA), ha lavorato come analista e manager finanziario a Londra e Atene.
Il suo salto in politica è arrivato nel 2004, quando è stato eletto deputato per i conservatori di Nuova Democrazia, di cui è presidente dal 2016. Nel luglio 2019 è riuscito a sconfiggere l'allora premier di sinistra Tsipras, dopo aver raggiunto il 40% dei voti, che gli ha permesso di governare con la maggioranza assoluta fino allo scorso maggio.
Economia e migranti i nodi principali
Dopo un rovinoso decennio di crisi economica tra il 2010 e il 2018, la Grecia ha registrato una crescita significativa negli ultimi anni. La produzione è aumentata del 5,9% lo scorso anno, alimentata principalmente dal turismo, dalla navigazione mercantile e dall'edilizia. Il governo uscente di Mitsotakis prevede una crescita del 2,3% nel 2023, ma il debito del Paese, al 171,3% del Pil nel 2022, è una preoccupazione di lunga data.
Anche la disoccupazione rimane elevata al 12,4%, soprattutto tra i giovani, quasi un quarto dei quali sono senza lavoro. Un'ondata inflazionistica guidata dalla crisi energetica e un aumento dei prezzi e dei costi delle case è una preoccupazione fondamentale per gli elettori.
Inoltre la Grecia è uno dei principali punti di ingresso per i migranti che cercano di raggiungere l'Unione europea attraverso la vicina Turchia. Mitsotakis ha adottato una linea dura, sigillando i suoi confini con l'aiuto dell'agenzia di frontiera dell'UE Frontex. Il governo uscente è stato accusato di respingimenti di migranti illegali, cosa che nega costantemente.