AGI - Salgono le temperature, ovunque. Se le previsioni per i prossimi giorni sono una colonnina di mercurio fino a 40° per l’anticiclone africano, il grado di surriscaldamento delle acque dell’Oceano Atlantico tropicale “sono ai loro massimi livelli più caldi mai registrati”, tanto che l’aumento delle loro temperatura “potrebbe contribuire ad alimentare un uragano stagionale eccezionalmente precoce entro la metà della settimana”, scrive il Washington Post.
Si prevede, per questo, "una perturbazione tropicale a mille miglia a ovest della costa africana nei prossimi giorni, con alte probabilità che diventi una tempesta vera e propria nelle prossime 48-72 ore”, con due mesi d’anticipo sul ruolino di marcia meteorologico.
Il National Hurricane Center stima che la perturbazione, ribattezzata Invest 92L, possa colpire le Piccole Antille e le Isole dei Caraibi tra circa sei o sette giorni “con la potenza di un uragano” e sarebbe la terza tempesta tropicale del 2023.
Il calore raggiunto dalle acque dell’Atlantico hanno colto infatti di sorpresa sia i meteorologi sia gli esperti del clima, tant’è che Brian McNoldy, ricercatore climatico all'Università di Miami, ha twittato che il calore dell'Atlantico è "oltreché straordinario" ma anche con una sola "possibilità di confronto su 256.000" casi finora censiti.
Insomma, se in un primo tempo le previsioni parlavano di una stagione di uragani per il 2023 inferiore alla media, ora la maggior parte delle agenzie climatiche e meteorologiche pronostica “una stagione addirittura superiore alla media”, principalmente a causa della sempre più elevata temperatura dell'acqua.
Fino a ieri, domenica 18 giugno, Invest 92L si trovava a diverse centinaia di miglia a sud-ovest delle isole di Capo Verde, scrive il Post, reso meno incombente per via “di un acquazzone notturno e di un'attività temporalesca all'interno della stessa massa di nuvole”, ma il suo avanzare sarebbe vieppiù minaccioso per l’accumulo di potenza nelle prossime 24-36 ore.
Secondo i calcoli, la sua direzione va verso ovest, ma poi potrebbe curvare verso il mare per raggiungere le Piccole Antille in base all’infuriare di venti d’alta quota “di almeno 39 mph, entro lunedì notte o martedì” mentre “tra mercoledì e venerdì si prevede possa diventare un uragano di categoria 1 o 2”, anche se c’è chi prevede che potrebbe diventare “una grande tempesta di categoria 3”, precisa il quotidiano Usa.
Ma le previsioni sulla sua intensità e potenza non sono del tutto certe, molto dipende infatti da come il ciclone si muoverà, anche se dal prossimo fine settimana, “le condizioni potrebbero diventare meno rassicuranti che se rimanesse sopra l'Atlantico in mare aperto”