AGI - La Commissione europea, nella sua strategia di de-risking, si prepara ad affrontare la Cina su due elementi portanti della transizione verde e digitale: la rete 5G e le auto elettriche.
Huawei e Zte, i giganti cinesi delle telecomunicazioni, sono al centro del braccio di ferro per il dominio sul 5G. Per l'esecutivo europeo "pongono rischi per la sicurezza dell'Unione europea" e per questo li metterà al bando come fornitori, escludendoli anche da evenuali finanziamenti e progetti europei.
"Gravi rischi per la sicurezza"
"Sulla base di un'ampia gamma di informazioni disponibili, la Commissione europea ritiene che Huawei e Zte rappresentino, di fatto, rischi materialmente più elevati rispetto ad altri fornitori di 5G", si legge in un documento sull'analisi dei rischi. La Commissione "adotterà misure per evitare l'esposizione delle sue comunicazioni aziendali alle reti mobili che utilizzano Huawei e Zte come fornitori".
"Non possiamo permetterci di mantenere dipendenze critiche che potrebbero diventare un'arma contro i nostri interessi. Sarebbe una vulnerabilità critica e un rischio troppo grave per la nostra sicurezza comune", ha confermato il commissario europeo per il Mercato interno, Thierry Breton, che ha convocato una conferenza stampa appositamente per dare l'annuncio.
Dazi in arrivo?
Non finisce qui. La Commissione, su presunta pressione della Francia, sta valutando se avviare un'indagine che potrebbe consentire a Bruxelles di imporre dazi commerciali sulle auto elettriche prodotte in Cina. Secondo quanto rivelato da Politico, il governo di Parigi starebbe chiedendo una reazione di Palazzo Berlaymont per mettere al riparo il mercato Ue dalle sovvenzioni di Pechino al proprio comparto dell'auto a zero emissioni che, teme il governo francese, potrebbero accrescere la dipendenza dell'Europa dal Paese asiatico in fatto di tecnologie pulite.
Proprio Breton - commissario francese - si è detto "molto favorevole all'apertura il prima possibile di un'indagine anti-dumping sulle auto elettriche". Il timore, oltre alla concorrenza sleale, e' che Pechino possa appropriarsi di un'importante fetta del mercato dell'auto europeo, replicando la leadership sui pannelli solari.
I dubbi di Berlino
Tuttavia altri Paesi, come la Germania, temono che il governo cinese possa rispondere agli eventuali dazi dell'Ue con contromisure di simile portata ai danni della aziende che esportano verso la Cina. Il tema potrebbe dunque portare a una spaccatura interna all'alleanza franco-tedesca al prossimo Consiglio europeo previsto il 29 e 30 giugno.
Un primo orientamento della Commissione su questa materia dovrebbe invece arrivare la prossima settimana, quando l'esecutivo Ue svelera' il suo piano per la sicurezza economico, volto - tra le altre cose - a ridurre il rischio di nuove dipendenze da potenze straniere ritenute 'non affini' all'Ue.