AGI - Nato a Clay, nello Stato di New York, 54 anni, avvocato con una lunga esperienza nel dipartimento Giustizia, Jack Smith è stato nominato a novembre consigliere speciale dal dipartimento di Giustizia. A lui, considerato uomo di poche parole e con la fama da duro, maturata negli anni in cui era a capo della sezione di Pubblica Integrità del ministero, è stato affidato il compito di occuparsi delle indagini che vedono incriminato Donald Trump.
L'ex presidente è accusato di aver portato via illegalmente dalla Casa Bianca documenti riservati che andavano consegnati ai National Archives, gli Archivi di Stato. Il tycoon dovrà presentarsi martedì pomeriggio alla corte federale di Miami per rispondere di sette reati federali, che vanno dalle false dichiarazioni alla cospirazione per ostruire la giustizia.
È la prima volta nella storia degli Stati Uniti che un ex presidente viene incriminato per reati federali. Stavolta il suo "nemico" è un uomo silenzioso e allergico ai riflettori, il contrario di Trump.
Smith è famoso per essere stato il terrore dei burocrati di Washington, l'uomo che si occupava di casi di corruzione di politici negli Stati Uniti e fuori dai confini, ma anche per aver ricoperto il delicato incarico di procuratore speciale presso l'Alta corte dell'Aja dove perseguiva i crimini di guerra.
L'Attorney General Merrick Garland gli ha affidato la supervisione di due indagini su Trump: la prima, quella sui file; la seconda riguarda il suo tentativo di sovvertire in Georgia nel 2020 il risultato elettorale delle presidenziali, in cui lui era stato sconfitto da Joe Biden.
Da quando ha preso in mano le indagini, Smith non ha rilasciato dichiarazioni, non è apparso a eventi pubblici, non ha social. "È in grado - aveva detto a novembre uno dei suoi ex colleghi, Greg Andres - di portare avanti casi di alto profilo. È indipendente. Non si farà influenzare da nessuno".