AGI - Tre giorni dopo l'esplosione della diga di Nova Kakhovka, nella regione di Kherson parzialmente occupata dai russi, le autorità ucraine stanno facendo l'inventario dei danni causati da una catastrofe che ha scaricato sostanze tossiche nel fiume Dnepr e minaccia di innescare un focolaio di antrace.
"A causa della distruzione della diga", ha dichiarato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, "depositi di carburante, di sostanze chimiche e di fertilizzanti" sono stati allagati dall'acqua. Parte dei prodotti che venivano stoccati in queste infrastrutture si sono riversati nel Dnepr, dove si trovava la diga, o si sono depositati nei vasti campi e nelle foreste allagate su entrambe le sponde di questo fiume che sfocia nel Mar Nero.
"L'inquinamento e le sostanze tossiche dell'area allagata entrano rapidamente nelle acque sotterranee, avvelenano i fiumi e da li' entrano nel bacino del Mar Nero", è stato l'allarme del leader di Kiev. Zelensky ha anche avvertito anche che le inondazioni hanno colpito "almeno due" appezzamenti di terreno, dove sono stati sepolti animali malati di antrace, una malattia infettiva e letale che colpisce uccelli e mammiferi, soprattutto il bestiame. L'emergere dal terreno inondato dei resti di animali infetti è uno dei modi in cui possono verificarsi focolai di questa malattia, secondo gli esperti. L'antrace può essere contratta dagli esseri umani, che però non lo trasmettono l'un l'altro. Secondo il presidente ucraino, i due appezzamenti si trovano nella parte della regione di Kherson occupata dai russi, al confine con il fiume Dnepr e la più colpita dalla catastrofe.