AGI - Scriverà la Storia il principe Harry quando, forse già domani, comparirà dinanzi all'Alta Corte di Londra. Sarà la prima volta, dalla fine del 1800, che un membro della Casa Reale compare dinanzi a un giudice, sia pure in veste di testimone. Il caso è uno dei capitoli della battaglia di Harry contro i tabloid: accusa i giornalisti del Mirror Group di aver lavorato per anni utilizzando ogni metodo, anche illecito, pur di dare notizie su di lui; li accusa persino di aver hackerato i suoi messaggi telefonici per ascoltare quello che diceva e che gli dicevano parenti e amici.
Harry punta l'indice sul Daily Mirror, il Sunday Mirror e The People, che avrebbero approfittato di una falla nei telefoni per accedere ai suoi messaggi vocali e ascoltarli. Le accuse riguardano storie risalenti, in alcuni casi, a più di 20 anni fa. Per lui, la battaglia contro i tabloid ormai è una sorta di lavoro a tempo pieno; e il processo è uno dei tre che Harry ha avviato contro la stampa britannica (gli altri due sono contro il Daily Mail e il giornale del gruppo Murdoch) che accusa di essere all'origine della morte della madre, la principessa Diana, dei tanti problemi che lui ha avuto in gioventù, della faida nella Famiglia reale e persino del suo addio al Regno Unito.
Prima del processo il compleanno di Lilibet
Oggi però lui non si è presentato, e certo la sua assenza non deve aver ben disposto i giudici. Il principe, ha spiegato il suo avvocato, è arrivato nel Regno Unito solo domenica sera perché ha voluto festeggiare in famiglia il compleanno della figlia, Lilibet, che ieri domenica compiva due anni. Quindi, niente deposizione oggi, non se ne riparla almeno fino a domani. Oggi hanno parlato gli avvocati delle parti.
Nella sua denuncia, David Sherborne, il legale del principe ha raccontato che Harry ebbe pesanti attacchi di "depressione" dopo la rottura con una delle sue fidanzate storiche, Chelsy Davy: i due ragazzi si sentivano accerchiati tanto che cominciarono a sospettare degli amici e la loro cerchia di relazioni divenne giorno dopo giorno più ristretta. Ma a un certo punto Chelsy decise che era troppo, che l'intrusione dei media era tale che "la vita nella Casa reale non era per lei": lui "era poco più di un bambino", all'epoca aveva 19 anni, e la separazione fu "straordinariamente dura" per lui.
I legali di Mirror Group Newspapers (Mgn) hanno già detto al giudice che possono dimostrare che, nella stragrande maggioranza dei casi, le notizie che pubblicavano erano semplicemente frutto dei buoni agganci dei loro giornalisti con l'entourage della Corte. "Non ci sono prove di hackeraggio, 'Zilch, Zero, Nil, de Nada, Niente, Nothing'", ha tuonato Andrew Green, l'avvocato di Mgn.
Il giudice dovrà decidere chi ha ragione e molti casi sono sicuramente emotivamente coinvolgenti: per esempio, quando nel 1996 il Daily Mirror raccontò che Diana trascorse solo 20 minuti con il principe il giorno del suo 12esimo compleanno. L'assaggio di oggi fa pensare che Harry sia atteso a una prova tutta in salita. Testimoniare di persona nasconde dei rischi: sicuramente non è una delle interviste a cui il principe è abituato, "non è come rispondere alle domande di Oprah Winfrey", come ha detto un commentatore.
Harry sarà incalzato dagli agguerriti avvocati della controparte (che hanno ammesso di aver hackerato telefoni, ma non in questo caso) i quali metteranno in campo ogni arma pur di minare la sua cedibilità. È probabile che il duca di Sussex debba rispondere a domande anche su fatti molto personali, sulle sue relazioni, sulle sue fidanzate, sulla madre Diana e su Meghan. "Harry non dovrebbe essere lì, la sua posizione potrà solo essere danneggiata, qualunque sia il risultato", ha commentato lo storico Sir Anthony Seldon.
Harry pronto a sfidare l'establishment
E non è neppure scontato il risultato in caso di vittoria, perché il mondo dei media è profondamente cambiato da quando accadevano i fatti denunciati. Venti anni fa, il Daily Mirror vendeva 2 milioni di copie al giorno, oggi è in media sotto le 300mila, incalzato dai social media. Harry potrebbe anche dover essere costretto pagare una montagna di soldi (se non ha firmato un accordo del tipo "no win no fee" con il suo team legale) e scatenare i giornali britannici, che probabilmente lo metteranno ancora di più alla gogna, se il verdetto non si pronuncerà a suo favore.
Ma c'è chi pensa che invece il gesto quasi eroico di Harry, che ha lasciato una vita di privilegi per combattere contro l'establishment, possa portargli almeno la simpatia dei più giovani. Intanto Londra si prepara. Oggi c'era una selva di cameramen e fotografi, domani sarà peggio, tanto che hanno già cominciato a transennare la zona e le strade circostanti. Harry però sarà solo: perché per la terza volta, in pochi mesi, la moglie Meghan non l'ha accompagnato nel suo viaggio nel Regno Unito ed è rimasta in California. Una solitudine che non farà che rinfocolare le voci secondo cui il loro matrimonio sia già alla deriva.