AGI - Una donna israeliana, ferita gravemente in un attentato suicida avvenuto il 9 agosto del 2001 in un ristorante di Gerusalemme, è morta dopo quasi 22 anni di coma. La sua morte è il sedicesimo decesso per quell'attentato.
Hana Nachenberg aveva 31 anni all'epoca e stava cenando con la figlia di tre anni quando avvenne l'esplosione. È rimasta in coma fino al decesso, avvenuto mercoledì scorso mentre sua figlia non rimase ferita nell'attacco.
Parlando al sito israeliano Ynet, il padre di Nachenberg, Yitzhak, ha confermato che la ragazza non ha mai ripreso conoscenza ed è morta dopo essere stata ricoverata per le ultime tre settimane a Tel Aviv.
In quello che è stato definito uno degli attacchi più letali della rivolta palestinese, rivendicato successivamente dal gruppo militante della Jihad islamica, morirono quindici persone, tra cui otto bambini, e più di 120 rimasero ferite. L'attentato rimane uno dei più famosi del conflitto israelo-palestinese ed è avvenuto in un momento di crescente violenza tra le parti durante la cosiddetta seconda intifada.
Un attentato che, ricorda the Guardian, fa notizia ancora oggi. La famiglia di una ragazza israelo-americana uccisa nell'attentato sta conducendo una campagna per fare pressione sulla Giordania, uno stretto alleato americano, affinché invii negli Stati Uniti la donna condannata per aver aiutato l'attentatore a farsi processare.
Ahlam Tamimi è stata condannata per aver scelto l'obiettivo e guidato l'attentatore sul posto ed è stata condannata da Israele a 16 ergastoli. Israele l'ha rilasciata nel 2011 in uno scambio di prigionieri con il gruppo militante di Hamas e lei è stata mandata in Giordania, dove vive liberamente. Gli Stati Uniti hanno accusato Tamimi di aver cospirato per usare un'arma di distruzione di massa contro gli americani. Il suo nome è stato aggiunto alla lista dei terroristi più ricercati dell'FBI.