AGI - Fallisce il lancio di un satellite spia nord-coreano, che per alcuni minuti aveva tenuto con il fiato sospeso Corea del Sud e Giappone, nelle prime ore del mattino di oggi. Il lancio dalla base di Sohae, sulla costa nord-occidentale della Corea del Nord, è avvenuto alle 6.29 del mattino, ora locale, nel primo giorno dei dodici indicati dal regime di Kim Jong-un per il lancio di un satellite spia, che aveva destato preoccupazione in Giappone, per la possibilità che il lancio potesse in realtà celare il test di un missile balistico.
Il veicolo lanciato è scomparso dai radar sud-coreani mentre sorvolava il Mar Giallo, lasciando il dubbio che potesse essere esploso in volo o che si fosse schiantato. A chiarire la situazione è stata la stessa Amministrazione per lo Sviluppo Aerospaziale nord-coreana: in un comunicato diffuso dalla Korean Central News Agency (Kcna) l'ente ha ammesso il fallimento del lancio del satellite da ricognizione militare Malligyong-1, dovuto alla "partenza anormale" del vettore Chollima-1 per un problema al motore del secondo stadio, e ha preannunciato un secondo tentativo di lancio "il prima possibile".
Il lancio del satellite spia, in direzione sud, era stato rilevato dall'esercito sud-coreano e dalle autorità giapponesi, che hanno emesso un'allerta per gli abitanti di Okinawa, ritirata in meno di un'ora per l'assenza di una minaccia diretta al territorio giapponese. Allerta lanciata anche dalle autorità della capitale sud-coreana poco prima delle sette del mattino locali: la municipalità di Seul aveva messo in guardia i residenti di una "possibile evacuazione", nel messaggio diffuso sui cellulari. L'allerta è stata, pero', ritirata dopo soli 22 minuti dal ministero dell'Interno, che ne ha ammesso la "erronea emissione".
Il lancio "non ha interessato l'area metropolitana" della capitale, hanno confermato i vertici militari sud-coreani. Sono suonate, invece, le sirene per oltre venti minuti in due isole vicino al confine con la Corea del Nord (Baengnyeong e Daecheong) dove molti residenti, secondo quanto riferito dall'agenzia Yonhap, avevano già cominciato a confluire nei rifugi. Il lancio ha innescato le dure reazioni di Giappone, Corea del Sud e Stati Uniti. Gli Usa hanno "condannato con forza" il lancio che ha utilizzato la tecnologia dei missili balistici e che costituisce una "sfacciata violazione di molteplici risoluzioni del Consiglio di Sicurezza" delle Nazioni Unite.
La mossa "aumenta le tensioni e rischia di destabilizzare la situazione", si legge in una nota del Consiglio di Sicurezza Nazionale, a firma del portavoce Adam Hodge. Sulla stessa linea anche il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, che ha affermato che il lancio "aumenta le tensioni e pone seri rischi per la sicurezza della regione e non solo". A Seul l'ufficio del presidente sud-coreano, Yoon Suk-yeol, ha convocato il Consiglio di Sicurezza Nazionale subito dopo la diffusione della notizia del lancio, condannato come una "seria provocazione" che minaccia la pace della penisola coreana e della comunità internazionale.
Il Giappone, ha confermato il portavoce del governo, Hirokazu Matsuno, ha sporto protesta nei confronti della Corea del Nord e sta continuando con le analisi del lancio delle scorse ore. Smorza i toni, invece, la Cina. La portavoce del ministero degli Esteri, Mao Ning, ha sollecitato la ripresa di un "dialogo significativo" tra tutte le parti coinvolte per "evitare che la situazione continui a peggiorare e affrontare il nodo cruciale della mancanza di un meccanismo per la pace nella penisola".