AGI - Gli Stati dell'Unione europea hanno fornito all'Ucraina 220 mila munizioni di vario calibro e 1.300 missili dai loro arsenali nell'ambito del piano avviato lo scorso marzo per rispondere all'urgente richiesta di Kiev che, senza munizioni, rischiava di non poter più respingere l'invasione russa.
Il piano permette il rimborso degli Stati con il Fondo europeo per la pace e prevede di fornire un milione di proiettili di artiglieria l'anno. Finora, del miliardo stanziato, sono stati usati 800 milioni di euro. Le cifre sono state fornite dall'Alto rappresentante dell'Ue per la Politica estera, Josep Borrell, all'incontro con i ministri della Difesa dei Ventisette, che si è detto "fiducioso" di raggiungere il traguardo del miliardo di euro di rimborsi entro la scadenza del 31 maggio.
Un altro miliardo di euro è previsto invece per il secondo binario per il piano europeo, ossia l'acquisto congiunto delle munizioni. "Verrà indirizzata una richiesta all'industria europea per acquistare un miliardo di euro di munizioni, ma questa volta specificamente nel calibro 155 millimetri. Il progetto sarà diretto dall'Agenzia europea per la difesa", ha spiegato.
"Otto Paesi hanno confermato la loro intenzione di partecipare alla richiesta congiunta guidata dall'Agenzia europea e ci sono altri due progetti separati, uno guidato dalla Francia e il terzo dalla Germania.
Il Fondo europeo per la pace (in inglese Epf, European peace facility) resta la prima risorsa per la fornitura di armi all'Ucraina. "I 3,6 miliardi di euro, finora stanziati per i rimborsi, hanno generato forniture dagli Stati membri per oltre 10 miliardi di euro", ha snocciolato il capo della diplomazia europea che comunque non può nascondere le difficoltà a procedere sulla stessa linea.
L'opposizione dell'Ungheria
L'Ue vorrebbe stanziare un'ottava tranche di aiuti militari per 500 milioni di euro ma l'Ungheria blocca il processo. Budapest ha annunciato che non darà il suo via libera fino a quando Kiev non avrà depennato dalla sua blacklist delle organizzazioni pro-terrorismo la OTP Magyar Bank, principale banca commerciale ungherese.
"Spero che gli ostacoli all'approvazione possano essere superati questa settimana nei comitati tecnici, ma oggi non c'è ancora un accordo unanime", ha ammesso Borrell.
Non sarà semplice nemmeno approvare l'aumento della dotazione totale del Fondo di altri 3,5 miliardi di euro, di cui uno per l'Ucraina e 2,5 per le altre missioni europee nel mondo. Gli ambasciatori avvieranno le discussioni in merito già nelle prossime ore. L'Epf poteva contare iniziale su 5,7 miliardi di euro, a cui si è aggiunto un primo aumento di 2 miliardi per finanziare appunto le munizioni per l'Ucraina.
La produzione delle armi
Il terzo binario del piano europeo per fornire maggiori proiettili prevede un rafforzamento della capacità produttiva dell'industria bellica europea. E non si potrà fare senza il coinvolgimento della Nato. Il segretario generale, Jens Stoltenberg, che oggi ha partecipato al pranzo dei ministri della Difesa Ue, ha chiesto "una cooperazione ancora più stretta tra l'alleanza atlantica e l'Ue per aumentare la produzione di munizioni e attrezzature difensive, sia per sostenere l'Ucraina che per ricostituire le scorte".
Stoltenberg ha annunciato che la Nato terrà un evento informale con i leader dell'industria transatlantica a margine della prossima riunione dei ministri della Difesa a Bruxelles il 15 e 16 giugno, alla quale ha invitato Borrell e il commissario europeo al Mercato interno, Thierry Breton, e rappresentanti ucraini.
L'ex premier norvegese ha inoltre delineato il ruolo unico della Nato nel fissare gli stessi standard bellici per tutti gli alleati, fornendo un chiaro segnale alle aziende in merito alla domanda di munizioni e scorte attraverso gli obiettivi di capacità di difesa della Nato e impegnandosi regolarmente con l'industria per identificare le eventuali strozzature della catena di produzione.