AGI - In Grecia è stata infruttuosa la riunione tra leader dei partiti politici convocata dal presidente Katerina Sakellaropoulou nel tentativo finale di formare un governo di coalizione dopo le elezioni di domenica.
Un esito negativo ampiamente previsto in quanto i tre principali partiti di Nuova Democrazia, Syriza e Pasok avevano precedentemente rifiutato mandati separati per formare una coalizione. Di conseguenza, il fallimento delle consultazioni lampo apre la strada a nuove elezioni, che dovrebbero tenersi il 25 giugno.
L'invito procedurale a partecipare ai colloqui in vista dell'eventuale formazione di un governo di coalizione è stato rivolto dal presidente della Repubblica ai leader di tutti i partiti la cui quota di voti ha superato la soglia del 3%, ma che dopo poco hanno lasciato il palazzo presidenziale senza rilasciare dichiarazioni alla stampa.
Subito dopo, come previsto dalla Costituzione, Sakellaropoulou ha incaricato formalmente l'alto magistrato Ioannis Sarmas di formare un governo provvisorio con il compito di organizzare una seconda elezione nazionale entro la fine di giugno.
"È un obbligo costituzionale e allo stesso tempo mio dovere di cittadino accettare", ha detto Sarmas, 66 anni, alto funzionario giudiziario che è presidente della Corte dei conti ellenica, uno dei tre alti tribunali del Paese.
Domenica scorsa il partito conservatore di Nuova Democrazia del primo ministro uscente Kyriakos Mitsotakis ha conquistato una vittoria senza precedenti, ottenendo il 40,1% delle preferenze, in tutto 146 seggi, ma non ha raggiunto la maggioranza assoluta per soli cinque seggi.
I conservatori greci hanno così conquistato il miglior risultato dal 2007, distanziando di 20 punti il partito di sinistra Syriza, guidato dall'ex premier Alexis Tsipras, al 20% e 71 seggi. Al terzo posto è arrivato il partito socialista Pasok-Kinal, con l'11,5% delle preferenze.
Al voto con la nuova legge elettorale
I tre partiti si sono subito rifiutati di formare una coalizione, spingendo per un secondo voto, in agenda per il 25 giugno. In base a una nuova legge elettorale che entrerà in vigore al prossimo scrutinio, il vincitore di una seconda votazione potrà ottenere un bonus fino a 50 seggi per ogni punto vinto oltre il 25%, motivo per il quale Mitsotakis è convinto di riuscire a conquistare la maggioranza necessaria per governare da solo.
"Correremo più velocemente, per migliori stipendi, posti di lavoro, un migliore sistema sanitario, una Grecia più forte. Sono fiero e sento il peso della responsabilità per un risultato così importante", ha ribadito il premier uscente, 55 anni, ex analista economico nella Chase Bank di Londra, laureato a Harvard che appartiene a una longeva dinastia politica greca, con un padre già premier, mentre il nipote è l'attuale sindaco di Atene.
I partiti di opposizione sperano invece che un secondo voto aumenti i consensi a loro favorevoli. "Siamo condotti a un governo provvisorio, con elezioni il 25 giugno e lì daremo battaglia", ha reagito Dimitrios Apostolou Koutsoumbas, segretario generale del Partito comunista, alla TV di stato ERT. Da parte sua, l'ex primo ministro della sinistra radicale Syriza,Tsipras, prendendo atto della sua sconfitta, ha invitato i suoi simpatizzanti a portare avanti una "seconda cruciale lotta elettorale".
Ma il leader 48enne, che negli ultimi anni ha ampiamente riorientato Syriza, ha subito un pesante fallimento, lui che aveva promesso "cambiamento". Il nuovo Parlamento emerso dalle elezioni del 21 maggio si riunirà domenica prossima e sarà sciolto il giorno dopo, prima che subentri il governo provvisorio.
Paese in crescita ma pesa il debito
Dopo un rovinoso decennio di crisi economica tra il 2010 e il 2018, la Grecia ha registrato una crescita significativa negli ultimi anni. La produzione è aumentata del 5,9% lo scorso anno, alimentata principalmente dal turismo, dalla navigazione mercantile e dall'edilizia.
Il governo uscente di Mitsotakis prevede una crescita del 2,3% nel 2023, ma il debito del Paese, al 171,3% del Pil nel 2022, è una preoccupazione di lunga data. Tuttavia la disoccupazione rimane elevata al 12,4%, soprattutto tra i giovani, quasi un quarto dei quali sono senza lavoro.
I nodi crisi energetica e immigrazione
Un'ondata inflazionistica guidata dalla crisi energetica e un aumento dei prezzi e dei costi delle case è un'altra preoccupazione fondamentale per gli elettori. L'altro nodo riguarda l'immigrazione. In effetti la Grecia è uno dei principali punti di ingresso per i migranti che cercano di raggiungere l'Unione europea attraverso la vicina Turchia.
Mitsotakis ha adottato una linea dura, sigillando i suoi confini con l'aiuto dell'agenzia di frontiera dell'Ue Frontex. Il governo uscente è stato accusato di respingimenti di migranti illegali, cosa che nega costantemente, e di svolta autoritaria.