AGI - Dopo circa dieci mesi di scontri Mosca dichiara conclusa la 'battaglia di Bakhmut': il gruppo Wagner e l'esercito russo annunciano che la città è in mano alle forze russe e una frase del presidente ucraino Volodymyr Zelensky al G7 di Hiroshima ("ormai Bakhmut è solo nei nostri cuori") è stata letta come una implicita ammissione della ritirata, benché le sue parole siano poi state precisate dal suo portavoce.
Ma benché la situazione sul terreno rimanga ancora non del tutto chiara, è invece evidente il valore simbolico della battaglia che dall'estate scorsa vede confrontarsi ferocemente i due schieramenti in campo.
Bakhmut, che i russi chiamano ancora Artemivsk secondo la denominazione in vigore dal 1924 al 2016, è una città industriale dell'Ucraina orientale che prima della guerra aveva circa 70 mila abitanti e si trova nell'Oblast di Doneck, a circa 20 chilometri dalla regione di Lugansk.
L'importanza di Bakhmut è legata soprattutto alla sua posizione geografica: la città ha importanti collegamenti stradali con altre parti della regione di Donetsk ed è vicina ad alcuni collegamenti ferroviari di rilievo: la conquista, secondo i russi, garantirebbe alle forze di Mosca una via di accesso verso le più grandi città vicine a Donetsk, come Slovyansk e Kramatorsk, e faciliterebbe una successiva offensiva verso le città più importanti, dalla stessa Kramatorsk a Severodonestk.
Anche per questo il Cremlino ha attribuito alla caduta della città un significato strategico importante e lo stesso Vladimir Putin si è congratulato con i miliziani del gruppo Wagner e con le forze armate russe per la presa di quella che per settimane è stata considerata come una roccaforte chiave per gli esiti del conflitto.
In realtà, secondo molti osservatori, la vittoria della battaglia di Bakhmut potrebbe avere più un valore simbolico che non reale rispetto al prosieguo della guerra. Secondo il centro studi statunitense Isw, la presa della città "è puramente simbolica". La conquista di Bakhmut "non fornisce alle forze russe un territorio operativamente significativo per continuare le operazioni offensive o alcuna posizione particolarmente forte da cui difendersi da possibili contrattacchi ucraini", aggiunge l'Isw.
Inoltre le forze ucraine si sono rafforzate su quel fronte dopo l'arrivo dei carri armati e dei veicoli corazzati messi a disposizione dai paesi della Nato nelle ultime settimane, il che rende lo scenario molto diverso da quello di 10 mesi fa, quando la battaglia di Bakhmut ha avuto inizio. La presa della città dunque, se fosse confermata, probabilmente non cambierà di molto l'andamento del conflitto.