AGI - "Dalle finestre delle nostre case vediamo girare gli orsetti bianchi, sono simpatici e non ci sono problemi di convivenza con l'uomo. In città arrivano anche gli orsi bianchi, non sono feroci ma se dovessero avere tanta fame potrebbero diventare aggressivi: in questo caso si occuperà la polizia ad allontanarli fuori dalla città usando se necessario anche gli elicotteri".
Lo dice all'AGI l'esploratore italiano Robert Peroni da Tasiilaq, villaggio sperduto lungo la costa est della Groenlandia, in merito alla convivenza uomo-orso bianco che esiste nella terra degli inuit.
"In Groenlandia ci sono diverse migliaia di orsi bianchi, almeno 300 vivono nella contea di Tasiilaq e ogni zona può cacciare al massimo 25 esemplari l'anno", spiega Peroni, 79 anni, altoatesino originario di Renon, in collegamento Skype dallo studio della sua 'Casa Rossa', edificio simbolo della comunita' inuit che da semplice ritrovo tra persone, in poco tempo si è trasformato in centro di recupero per giovani alcolizzati e negli anni in una grande struttura ricettiva per turisti.
Peroni nel suo ufficio detiene diversi fucili e ammette, "li ho usati anch'io, ma ho sempre sparato in aria". L'esploratore, che nel dicembre del 2020 attraverso l'AGI in piena pandemia di coronavirus aveva lanciato l'allarme sulla sopravvivenza (mangiare scaduto e nessun introito dal turismo), fa una toccante rivelazione.
"Sono arrivato a Tasiilaq per puro caso e quando morirò regalerò la 'Casa Rosa' al popolo groenlandese, lascerò a loro tutto quello che ho fatto. Sono fantastici, se lo meritano e hanno bisogno, nella Casa lavorano 60-70 collaboratori, ognuno ha una famiglia e tramite il loro stipendio sfamano 500-600 persone", spiega Peroni.
Parlando della fonte di guadagno dei groenlandesi lungo la costa est, l'esploratore racconta, "cacciano le foche e hanno un po' di aiuti sociali, mentre la balena puoò essere cacciata ma solo fino ad un massimo di tre ogni anno".
In autunno verrà fondata a Vaduz nel Liechtenstein, la 'Fondazione Casa Rossa'. "Trasferirò le azioni a loro e io continuerò a vivere a Tasiilaq, resterò quassu'", aggiunge all'AGI Peroni che nel 1983 con gli sci ai piedi e slitte supportare da vele, attraversò da est a ovest l'Inlandeis, l'infinito ghiacciaio della Groenlandia sfidando le violente frustate del Piterak, il 'vento dell'uomo' che soffia fortissimo anche fino a 250 chilometri orari.
"Il turismo per fortuna è ritornato come quello prima della pandemia ma riprendersi non è facile: il settore è in difficolta' in tutto il mondo", spiega l'altoatesino che in Groenlandia vive stabilmente dal 1994 dopo esserci stato la prima volta nel 1980.
"Abbiamo avuto un inverno tremendo con tanta pioggia e poca neve: un fenomeno che nei 43 inverni vissuti qui ho visto poche volte. I turisti arrivano da tutta Europa, tedeschi, qualche italiano, un po' dall'Asia".
Per raggiungere le incantevoli e magiche terre che le saghe vichinghe narrano essere scoperte da Erik Il Rosso in esilio e che furono esplorate dai leggendari Knud Rasmussen o Fridjof Nansen, il viaggio e' eterno e costoso. Prima tappa Reykjavik in Islanda, quindi la partenza per la Groenlandia (sperando non ci siano cancellazioni causa il meteo), poi atterraggio da 'pionieri del volo' tra una turbulenza e l'altra sulla ghiacciata (o fangosa) pista del piccolo aeroporto di Kulusuk, quindi l'elicottero che regala lo spettacolare sorvolo sopra gli iceberg fino a Tasiilaq al cospetto di montagne che assomigliano a dei piccoli monte Cervino.
In estate c'è l'alternativa del passaggio via mare organizzato dalla Casa Rossa. C'è un'alternativa: il costosissimo volo della compagnia di bandiera groenlandese da Copenhagen per Kangerlussuaq, quindi il volo interno sopra l'Inlandeis fino a Kulusuk. Un'odissea.