AGI - "Siamo stanchi di aspettare": per quasi 20 anni gli indigeni del Kitasoo/Xai'xais First Nation hanno lavorato con il governo federale del Canada per negoziare protezioni per Kitasu Bay, un'area al largo della costa della Columbia Britannica che vulnerabile alla pesca eccessiva.
Inutilmente. In primo luogo, a causa delle opposizioni dell'industria della pesca, poi per la rotta di una petroliera. Situata sulla costa occidentale di Swindle Island, a circa 500 km a nord di Vancouver, Kitasu Bay ospita una ricca varietà di vita marina: ricci e abalone popolano le pozze intertidali, i salmoni nuotano nei torrenti e l'ippoglosso si rifugia nelle acque profonde. A marzo, le aringhe tornano a deporre le uova nutrendo megattere, aquile, lupi e orsi.
“La baia di Kitasu è l'area più importante per la comunità – è lì che ci procuriamo tutto il nostro cibo”, racconta al Guardian Douglas Neasloss, consigliere capo e direttore della gestione delle risorse della Kitasoo/Xai'xais First Nation.
Quindi, nel dicembre 2021, dopo l'ennesimo ritiro del governo dai negoziati, la comunità ha deciso di agire. “Siamo stanchi di aspettare. Prendiamoci la responsabilità di fare qualcosa'”. Il risultato è stato una dichiarazione unilaterale per la creazione di una nuova area marina protetta, nel giugno 2022, per 33,5 km quadrati: le acque della baia sono state chiuse alla pesca commerciale e sportiva.
Una mossa senza precedenti: altre aree marine in Canada sono sotto la protezione del governo federale grazie all'l'Oceans Act. ma Kitasu Bay è la prima area ad essere dichiarata secondo la legge indigena, sotto la giurisdizione e l'autorità della Kitasoo/Xai'xais First Nation.
La dichiarazione è accompagnata da una bozza del piano di gestione, finalizzata a ottobre dopo tre mesi di consultazioni con l'industria e le parti interessate della comunità.