AGI - “Vladimir Putin ha detto a Bill Clinton tre anni prima del suo attacco del 2014 contro l'Ucraina che non era affatto vincolato dal memorandum di Budapest che avrebbe garantito l'integrità territoriale del paese, a detta dell'ex presidente degli Stati Uniti”. A scriverlo è l’inglese The Guardian, secondo cui “la rilevazione solleva interrogativi sul fatto che gli Stati Uniti e i loro alleati europei avrebbero dovuto essere più preparati all'attacco del 2014, quando la Russia ha annesso la Crimea e attaccato il Donbas”.
L’affermazione, secondo il giornale, è stata fatta dallo stesso ex presidente degli Stati Uniti giovedì scorso durante una conferenza in un centro culturale ebraico a New York. La frase letterale riportata dal quotidiano è questa: “Putin mi ha detto: so che Boris ha stretto un d'accordo con te, John Major e la Nato, però non l'ha mai ottenuto attraverso la Duma. Io non sono d'accordo e perciò non lo sostengo e pertanto non mi sento vincolato a rispettarlo”. Poi Clinton ha aggiunto: “Da quel giorno ero certo che si sarebbe trattato solo di una questione di tempo”, riferendosi all’attacco lanciato successivamente da Putin nel 2014.
Del resto, “Putin era già reduce da un’invasione della Cecenia nel 1999 e della Georgia nel 2008”, chiosa il quotidiano londinese. A quanto riferito da Clinton, Putin con lui sarebbe stato chiaro: "Per quanto riguarda questo Stato, non abbiamo firmato alcun documento obbligatorio", gli ha detto.
Il giornale scrive anche che Daniel Fried, ex assistente del segretario di stato per gli affari europei ed eurasiatici, “ha affermato che le osservazioni di Putin a Clinton non sono state rese note tra i membri dell'amministrazione Obama, ma ha aggiunto di presumere che l'ex presidente debba averlo detto a sua moglie, Hillary, che in quel momento era la segretaria di Stato”. "Il governo degli Stati Uniti è rimasto sorpreso dall'operazione in Crimea, ma non avrebbe dovuto esserlo, visti gli avvertimenti", ha chiosato Fried.