AGI - Notte di bombardamenti russi sull'Ucraina, dopo l'attacco con il drone sul Cremlino per il quale Mosca ha promesso vendetta denunciando un tentativo di assassinare Vladimir Putin. Sono state colpite Kiev, Zaporizhzhia, Odessa e altre città, ma non si ha notizia di vittime. Sempre nella notte è stata attaccata con i droni una raffineria russa sul Mar Nero, vicino al porto di
Novorossiysk e al ponte di Crimea colpito dalle forze ucraine nell'ottobre 2022: è divampato un incendio molto vasto in un deposito petrolifero che è stato domato dopo diverse ore.
Le autorità di Kiev hanno assicurato che sono stati distrutti tutti i missili e i droni lanciati sulla capitale, per la terza volta in quattro giorni. I russi avrebbero impiegato almeno tre missili di tipo Shahed ma non avrebbero raggiunto alcun obiettivo. L'ambasciata Usa in Ucraina ha messo in guardia i cittadini americani sul rischio di un'intensificazione degli attacchi russi su Kiev.
18 droni abbattuti
Le forze ucraine hanno abbattuto 18 dei 24 droni lanciati da russi nella notte. "Gli invasori hanno lanciato fino a 24 droni d'attacco Shahed-136/131", hanno comunicato le autorità, "l'aeronautica militare ucraina, in collaborazione con altre unita' di difesa aerea, ne ha abbattuti 18".
Dal canto suo, l'amministrazione comunale di Kiev ha affermato che tutti i missili e i droni che hanno preso di mira la capitale ucraina per la terza volta in quattro giorni sono stati distrutti.
La Russia bombarda regolarmente l'Ucraina dall'ottobre dello scorso anno, colpendo una varietà di obiettivi. Le ultime esplosioni sono state segnalate meno di 24 ore dopo che Kiev ha dichiarato che 23 persone sono morte in un attacco russo alla città di Kherson.
I dubbi Usa
L'offensiva potrebbe essere l'inizio della risposta annunciata dai russi all'attacco del drone sul Cremlino. Kiev ha negato ogni coinvolgimento e gli Usa hanno fatto sapere che nulla fa pensare che si tratti di un attacco ucraino. Per l'Institute for the Study of War (ISW), un think tank americano con sede a Washington, la Russia potrebbe aver orchestrato l'attacco dei droni contro il Cremlino per sensibilizzare la popolazione sull'importanza della guerra in Ucraina, creando le condizioni per una più ampia mobilitazione sociale. Si tratterebbe quindi di una 'false flag', un'operazione organizzata dagli apparati russi per far ricadere la colpa su Kiev.
A insospettire l'Isw c'è il fatto che erano appena state rafforzate le capacità di difesa aerea su Mosca con i missili antiaerei Pantsir e si ritiene quindi "altamente improbabile" che droni possano aver eludere questi sistemi per poi essere abbattuti proprio sopra il Cremlino.
Intanto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è arrivato in Olanda per una visita a sorpresa di ritorno dalla Finlandia in cui visiterà anche la Corte penale internazionale (Cpi) all'Aja, che ha indaga sui crimini di guerra russi in Ucraina, dove terrà un discorso.
Pechino: "Evitare escalation"
Dopo l'attacco con droni sul Cremlino, che Mosca ha attribuito a Kiev, Pechino ha invitato le parti a evitare l'escalation.
"Le parti dovrebbero evitare azioni che potrebbero portare a un'ulteriore escalation", ha ammonito il ministero degli Esteri cinese.
La Cina ribadisce che la propria posizione sul conflitto in Ucraina non è cambiata e che Pechino non appoggia il termine "aggressione" da parte della Russia per descrivere la crisi ucraina, dopo il voto favorevole a una risoluzione dell'Onu, in un passaggio della quale veniva citata l'aggressione russa all'Ucraina.
Il voto favorevole era apparso, in un primo momento, una svolta diplomatica della Cina (ma anche di India e Brasile) che hanno sempre evitato il ricorso a termini netti per descrivere il conflitto. "La posizione della Cina sulla questione ucraina non è cambiata e la posizione di voto non ha nulla a che fare con il colloquio telefonico tra i due capi di Stato", ha reso noto la missione permanente della Cina all'Onu come riporta il South China Morning Post. Si tratta del primo commento sul voto favorevole della Cina alla risoluzione sulla cooperazione tra le Nazioni Unite e il Consiglio d'Europa che conteneva un riferimento alla "aggressione" russa dell'Ucraina.