AGI - Nella sua lunga vita di successi il regista James Ivory aveva sempre preferito restare dietro la macchina da presa, da "Camera con vista" a "Maurice", da "Casa Howard" a "Quel che resta del giorno", oppure scrivere sceneggiature da Oscar come "Chiamami col tuo nome" o fare da voce narrante. Ma un giorno, a 93 anni, ha deciso di debuttare come attore e lo ha fatto nel 2022 nel film di un regista, sceneggiatore e attore italiano, Giorgio Arcelli Fontana, che gli era piombato una volta in casa e aveva avuto un fastidioso colpo della strega. Scena da commedia, ma vita reale.
Nato a Piacenza, Arcelli ha 42 anni, vive a New York da quando ne ha una trentina. In collaborazione con John Keller, Arcelli è riuscito a portare sulla scena Ivory nel ruolo di attore in "Brutta figura", storia dell'amicizia tra un giovane artista e il suo "eroe".
Un regista viene invitato a casa del suo idolo, James Ivory, per mostrargli il suo film. Ma l'evento così atteso si trasforma in una situazione paradossale quando il regista, mentre l'icona americana è in un'altra stanza, si piega in due a causa di un fortissimo dolore alla schiena, al punto da trovarsi di fronte al bivio: interrompere la proiezione oppure fingere che è tutto a posto, per non perdere l'attimo.
In quel tormento c'è tutta la sintesi di una vita, della rincorsa perenne tra sogno e frustrazione. Il film, scritto da Arcelli, Keller e dallo stesso Ivory, è in lingua inglese, è stato presentato all'Italian Comedy Festival di Los Angeles, e ha ricevuto l'invito dall'Ifs Film Festival di Los Angeles, rassegna americana di registi indipendenti, in programma dal 24 al 31 maggio.
Da questo festival sono passati, tra gli altri, registi come Spike Lee, Quentin Tarantino e David Cronenberg. Il film verrà proiettato anche a New York. Arcelli ha una lunga storia da attore, sceneggiatore e regista. Ha fatto una serie di cortometraggi comici, poi un giorno ha conosciuto Ivory, a cui aveva mostrato un lungometraggio girato con Piera degli Esposti, "Principessa partime". Il giovane artista era andato a trovarlo a casa, nell'Upper East Side di Manhattan, nel 2017, quando nel momento di schiacciare play sul videoregistratore gli era venuto il colpo della strega.
"Sono rimasto fermo sul letto per otto ore - racconta all'Agi - sentivo un dolore incredibile, a un certo punto era svenuto". Ivory ha cercato di aiutarlo, gli ha persino cucinato, in attesa che si riprendesse. "L'incontro della mia vita è andato in quel modo - continua Arcelli - ma poi ha fatto sì che si creasse un rapporto d'amicizia, che si è consolidato in questi anni. Abbiamo scritto due cortometraggi, "American Marriage", una commedia che lui chiama 'smart commedies', storia di un italiano che si sposa un'americana per avere la green card.
Ora Ivory fa, soprattutto, il produttore esecutivo". Insieme hanno scritto un corto su una lavanderia cinese a New York, e adesso è arrivato "Brutta figura". Il regista americano candidato all'Oscar si è confermato un big anche come attore. "Usciva con situazioni geniali - racconta Arcelli - capisci la bravura di un regista quando ha idee sul momento. A un certo punto ha aperto la porta e ha detto che gli si era rotta una sedia dell'800 e voleva che questa cosa venisse inserita nella scena, per cambiare il finale del film".
"Lui - continua - è molto bravo a improvvisare e a lasciare spazio all'iniziativa. Non vuole tagliare mai niente, trova sempre qualcosa di buono da salvare, atteggiamento che è diverso da quello che in genere capita in Italia, dove si tagliano intere scene. C'era, per esempio, la scena di un poliziotto che va su Tinder, io la volevo tagliare perché mi sembrava superflua, lui si è opposto e devo dire che è tra quelle che strappa più risate".