AGI - Il presidente francese, Emmanuel Macron, chiede alla Cina di riportare Mosca alla ragionevolezza per porre fine alla guerra in Ucraina, nella prima visita a Pechino in oltre tre anni dell'inquilino dell'Eliseo.
Macron ha parlato con il presidente cinese, Xi Jinping, che si è detto disponibile, al momento opportuno, a un colloquio con il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, e a collaborare per arrivare a una soluzione politica della crisi, ma apparentemente senza significativi passi in avanti rispetto a posizioni già espresse in passato da Pechino.
La Cina ha steso il tappeto rosso per Macron, secondo leader occidentale, dopo il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez, a parlare con Xi dopo l'inizio del terzo mandato presidenziale del leader cinese, e soprattutto dopo il viaggio di Xi a Mosca del mese scorso, durante il quale è riemerso il forte legame con il presidente russo, Vladimir Putin.
L'Ucraina ha avuto un ruolo di primo piano nell'incontro. La Cina "ha un ruolo vitale per la costruzione della pace", ha scritto Macron in cinese su Twitter, poco prima di essere ricevuto da Xi. Al presidente cinese, Macron ha chiesto direttamente di riportare alla ragionevolezza il leader del Cremlino per porre fine alla guerra. "So che potrò contare su di lei", ha scandito Macron.
Il compito non è dei più facili: quella in Ucraina è una crisi "lunga e difficile da risolvere", e per la quale "non esiste una panacea", secondo il giudizio del presidente cinese. Mosca, inoltre, raffredda gli entusiasmi su una possibile mediazione di Pechino: il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha affermato che "nel caso dell'Ucraina la situazione è ancora difficile, e non si intravedono prospettive di una soluzione pacifica", e al momento non c'è altro da fare se non "continuare l'operazione militare speciale", ha detto Peskov, usando l'eufemismo con cui Mosca definisce la guerra. I rapporti bilaterali rimangono tra i migliori di quelli che Pechino intrattiene con i Paesi occidentali. In un mondo che sta affrontando "profondi cambiamenti storici", Cina e Francia, ha detto il presidente cinese all'inizio dei colloqui, hanno mantenuto una "stretta comunicazione e collaborazione".
Pechino e Parigi, ha detto Xi, "hanno la capacità e la responsabilità di trascendere le differenze". La sintesi sulla guerra in Ucraina non presenta significative novità rispetto alle posizioni già espresse da Pechino: l'intesa di oggi è data dal no all'uso di armi nucleari e dall'impegno per la ripresa dei colloqui di pace, ma mancano riferimenti chiari al tema della sovranità, caro a Kiev. Pechino è disposta a lavorare con la Francia per una "soluzione politica" della crisi ucraina, ha detto Xi utilizzando la formula a cui fa ricorso la Cina per riferirsi al conflitto, con una posizione spesso criticata perché non dissimile da quella di Mosca.
Per Xi occorre evitare azioni che possano aggravare ulteriormente la crisi e astenersi dagli attacchi a civili, e soprattutto "attuare seriamente la promessa solenne che le armi nucleari non devono essere utilizzate e le guerre nucleari non devono essere combattute". È necessario "opporsi all'uso di armi biologiche e chimiche in qualsiasi circostanza e opporsi agli attacchi alle centrali nucleari e ad altri impianti nucleari civili".
Infine, ha detto il presidente cinese, occorre "riprendere i colloqui di pace il prima possibile" e tenere conto delle "legittime preoccupazioni" di tutte le parti. Oltre a strappare a Xi un impegno, per quanto vago, a un colloquio con Zelensky, che sarebbe il primo dall'inizio della guerra (a fronte di diversi colloqui con Putin) Macron avrebbe anche sottolineato a Xi l'importanza di non consegnare al leader russo qualsiasi cosa possa sostenerne lo sforzo bellico in Ucraina.
Dopo l'incontro con Macron è stato il turno del vertice trilaterale allargato alla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen. La Cina vuole un "nuovo slancio" nelle relazioni con l'Ue, ha dichiarato Xi, che ha fatto un quadro a tinte fosche della situazione internazionale: "è complessa e mutevole, la crisi in Ucraina è lunga e difficile da risolvere, la ripresa dell'economia mondiale dopo la pandemia è insufficiente".
Pechino e Bruxelles dovrebbero promuovere dialogo e cooperazione e "unirsi per affrontare insieme le sfide globali". Se il giudizio positivo su Macron e sulla Francia era già emerso ieri dalle pagine della stampa più nazionalista, oggi Pechino ha voluto sottolineare il rapporto con Bruxelles. Cina e Unione Europea mantengono "intensi scambi" e, pur tra le differenze, c'è un "forte desiderio di comunicazione". Sullo sfondo, però, si riacutizzano le polemiche con la Nato, all'indomani delle critiche a Pechino del segretario generale, Jens Stoltenberg.
La Cina difende la propria posizione sulla guerra in Ucraina come "obiettiva ed equa" e sostiene che Usa e alleati "dovrebbero assumersi le loro responsabilità" rispetto alla crisi, ha detto la portavoce del ministero degli Esteri, e l'Alleanza Atlantica, ha aggiunto, "non ha il diritto di accusare e fare pressioni sulla Cina".
Dal canto suo la presidente della Commissione europea ha sottolineato: "Contiamo che la Cina non fornisca sostegno militare alla Russia. Farlo sarebbe una violazione delle leggi internazionali e danneggerebbe la nostra relazione".