AGI - Nuova impennata della tensione nella regione mediorientale, in coincidenza con le festività per il Ramadan islamico e la Pasqua ebraica. Violenti scontri sono scoppiati dopo l'irruzione delle forze di sicurezza israeliane nella moschea di al-Aqsa, a Gerusalemme, per sgomberare musulmani che si erano asserragliati nel complesso. Dall'inizio del mese sacro, più volte i fedeli hanno tentato di restare di notte nella struttura religiosa, ma questo solitamente viene permesso solo durante gli ultimi dieci giorni del Ramadan.
Gli agenti, accolti da un fitto lancio di sassi e petardi, hanno reagito con lacrimogeni, granate stordenti e l'uso di manganelli fin dentro la moschea, come mostra un video circolato sui social. Secondo la Croce Rossa palestinese in 37 sono rimasti feriti, mentre le forze di sicurezza israeliane hanno riferito dell'arresto di oltre 350 persone, suscitando la dura reazione dei palestinesi e del mondo arabo-islamico.
Da Gaza sono stati lanciati nove razzi verso lo Stato ebraico - cinque sono stati intercettati e quattro sono caduti in zone disabitate - mentre Hamas ha esortato i palestinesi della Cisgiordania a "recarsi in massa alla moschea di al-Aqsa per difenderla". Come ritorsione, caccia israeliani si sono alzati in volo e hanno colpito due obiettivi ritenuti siti di produzione di armi nella Striscia. Un nuovo lancio di missili da Gaza è stato seguito da ulteriori raid israeliani.
Il ministro per gli Affari civili palestinesi, Hussein al-Sheikh, ha condannato la "brutale" irruzione della polizia dentro la moschea, esortando la comunità internazionale ad agire. Parole durissime sono arrivate dalle principali capitali del mondo arabo-islamico, da Ankara al Cairo, da Riad ad Abu Dhabi, con Amman (custode dei luoghi sacri islamici a Gerusalemme attraverso il waqf) che ha chiesto una riunione urgente della Lega araba.
Puntando il dito contro "estremisti musulmani che hanno impedito l'ingresso nella moschea ai fedeli islamici", il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha difeso l'azione degli agenti per "riportare l'ordine", assicurando che le autorità sono decise a "mantenere la libertà di culto e di accesso a tutte le religioni e lo status quo sul Monte del Tempio". "Non permetteremo a estremisti violenti di modificarlo", ha aggiunto.
Più incendiarie le parole pronunciate dal ministro per la Sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir, che ha chiesto la convocazione del gabinetto di sicurezza, esortando il governo israeliano ad adottare le misure "forti" contro l'enclave palestinese. "Ai razzi di Hamas bisogna rispondere di più che bombardare dune di sabbia e postazioni sguarnite. È giunto il momento che a Gaza cadano teste", ha affermato. "Non possiamo scendere a compromessi sulla politica di rispondere seriamente a ogni attacco missilistico".
Il rischio di una nuova escalation durante il Ramadan scaturita da scontri sulla Spianata delle Moschee, come quella che nel maggio 2021 portò all'Operazione 'Guardiani delle Mura' contro Gaza (13 morti in Israele e 260 palestinesi con quasi 2 mila feriti nella Striscia), preoccupa la comunità internazionale. La Germania ha esortato tutte le parti a evitarla, esprimendo "preoccupazione" per le violenze.
Parole analoghe sono arrivate da Bruxelles: il portavoce della Commissione Ue per la Politica estera, Peter Stano, ha sottolineato l'importanza di "preservare lo storico status quo dei luogo sacro" e ha fatto "appello a tutte le parti a esercitare la moderazione e trattenersi da azioni che potrebbero contribuire a incrementere le gia' alte tensioni". Identico appello e' arrivato dalla Casa Bianca, "estremamente preoccupata".
Per il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale, John Kirby, "è imperativo, ora più che mai, che sia israeliani che palestinesi lavorino insieme per ridurre questa tensione e ripristinare la calma". Al coro di condanne si è unito il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, che si è detto "scioccato e sconvolto" dalle "violenze" perpetrate delle forze di sicurezza israeliane contro fedeli musulmani all'interno della moschea al-Aqsa.
Ad aggravare la situazione ci sono i tentativi annunciati di estremisti ebrei che in questi giorni puntano a salire sul Monte del Tempio, per i musulmani la Spianata delle Moschee dove si trova la moschea di al-Aqsa, per compiere il sacrificio rituale di un agnello in occasione di Pesach. Nonostante sia vietato per legge e contro la pratica si siano schierati influenti rabbini, la polizia israeliana ha fermato alcune persone con agnelli o capre vicino al luogo sacro per entrambe le religioni