AGI - Promosso alla carica di Primo Ministro della Finlandia dopo la vittoria alle elezioni legislative di oggi, il leader del partito di centro-destra Coalizione Nazionale Petteri Orpo ha fatto della disciplina fiscale la sua massima priorità.
L'ex ministro aveva resistito come leader del partito nonostante la sconfitta alle elezioni del 2019, e questa volta ha battuto la sua popolare avversaria, la premier uscente Sanna Marin ma anche i nazionalisti anti-immigrati del partito Finns, che per pochi punti percentuali non hanno ottenuto la vittoria.
In una Finlandia che è già un membro non ufficiale del club dei Paesi "frugali" dell'Unione Europea, il suo arrivo potrà influenzare le scelte di Bruxelles. "La cosa più importante è che smettiamo di aumentare il debito", ha dichiarato durante la campagna elettorale.
Con il 73% del PIL, il debito pubblico finlandese rimane ben al di sotto di quello degli altri Paesi europei. Ma Petteri Orpo è riuscito a convincere i suoi compatrioti che questo livello, cresciuto di circa 10 punti in quattro anni, è allarmante e che è indispensabile un piano di risparmio di 6 miliardi.
Di fronte a una Sanna Marin che ha avuto successo su altre questioni importanti - la gestione della pandemia di Covid, l'adesione alla Nato, la fermezza con Mosca e il sostegno convinto all'Ucraina - sembra aver trovato quello che considera il tallone d'Achille della giovane leader.
"Voglio sistemare la nostra economia, voglio rilanciare la crescita economica", ha affermato il prossimo premier, che ha una formazione economica. Sanna Marin, ha sostenuto, "non si preoccupa dell'economia, non si preoccupa del debito", ha detto, attirandosi le accuse della rivale di voler "togliere ai poveri per dare ai ricchi".
Figlio di un ex dirigente della stessa Kokoomus, storico partito della destra finlandese, Petteri Orpo ha fatto una campagna elettorale in testa ai sondaggi, ma il suo vantaggio si è eroso nelle ultime settimane, dando vita a una battaglia a tre molto combattuta.
Ora, per formare un governo, si trova di fronte a un dilemma: per formare una maggioranza nel parlamento di 200 seggi, l'Eduskunta può negoziare alla sua sinistra con Sanna Marin, per formare un governo "blu-rosso", che non è un tabù nella classe politica finlandese. Ma apparirebbe incoerente dopo aver sparato a zero sulla politica economica dei socialdemocratici.
Dunque, più probabilmente, tenderà la mano all'estrema destra del partito nazionalista dei finlandesi, che ha però una linea anti-immigrazione difficile da conciliare con la sua. "Secondo me, la Finlandia non può sopravvivere senza più immigrati", ha detto nelle scorse settimane. "Voglio che la Finlandia resti un Paese aperto, internazionale".