AGI - Elezioni anticipate in Bulgaria, le quinte in due anni, a dimostrazione di un Paese che vive una condizione di forte instabilità politica. A fronteggiarsi nei sondaggi, per i 240 seggi del Parlamento unicamerale, sono in tutto 21 fra partiti e coalizioni. La contesa è tra due blocchi contrapposti: quello dell'ex primo ministro riformista Kiril Petrov, leader del partito Let's Continue the Change (PP), che spera di vincere insieme ai suoi partner democratici (DB) con poco più del 25% dei voti, e quello del rivale, l'ex primo ministro populista conservatore Boyko Borisov e leader del partito GERB, che ha un leggero vantaggio.
La guerra in Ucraina e la posizione nei confronti della Russia è il tema dominante della campagna elettorale del Paese, dove un esecutivo tecnocratico, insediato dal presidente, l'ex generale filorusso Rumen Radev, ha governato negli ultimi mesi. La campagna elettorale è stata segnata nel suo tratto finale da una serie di minacce di bombe contro decine di scuole pubbliche nel Paese balcanico, lanciate presumibilmente da attori vicini alla Russia.
Dietro i due grandi blocchi ci saranno il movimento DPS Diritti e Libertà', formazione populista vicina al GERB, che riunisce il voto della minoranza turca, e il partito ultranazionalista e filorusso Vazrazhdane (Resurrezione), entrambi vicini al 14% dei voti. Quinti saranno, secondo i sondaggi, i socialisti del BSP, eredi del partito comunista e con legami storici con la Russia, con meno dell'8%.
Matematicamente, l'opzione più semplice per raggiungere un governo sarebbe una combinazione delle prime due forze, che insieme otterrebbero una maggioranza stabile. Tale opzione sembra però politicamente impossibile viste le profonde divisioni tra le due formazioni, soprattutto nella lotta alla corruzione e nella riforma giudiziaria.
La coalizione PP-DB esclude qualsiasi coalizione con GERB e DPS, insieme o separatamente, considerando che sono alla base del modello del nepotismo e della vicinanza all'oligarchia economica e alla mafia locale. Inoltre, è stato un voto di sfiducia presentato dal GERB a far cadere il governo di coalizione guidato da Petkov nel giugno dello scorso anno.
Non sembrano possibili nemmeno altre combinazioni maggioritarie, dal momento che sia i socialisti che gli ultranazionalisti sostengono apertamente la Russia e sono contrari anche all'ingresso della Bulgaria nell'Eurozona, previsto per il 2025. Gli analisti intanto prevedono una forte astensione alle elezioni, che potrebbe raggiungere il 60%.