AGI - Donald Trump dovrebbe consegnarsi martedì prossimo 4 aprile, secondo quanto riferisce il suo legale Susan R. Necheles. Nei suoi confronti pendono oltre trenta capi di accusa per frode aziendale. Ma l'ex presidente Usa, il primo nella storia a subire un'incriminazione, non si arrende e ha telefonato agli alleati chiave al Congresso, alla ricerca di sostegno.
Il tycoon avrebbe parlato con alcuni leader del partito alla Camera e membri della commissione che vuole mettere sotto inchiesta il procuratore distrettuale Alvin Bragg, titolare dell'indagine che ha portato all'incriminazione di Trump. Nel corso delle telefonate, definite come "di verifica", l'ex presidente ha detto ai suoi alleati che punta a portare avanti la sua battaglia contro le accuse.
Un segnale in questo senso arriva anche dalla email inviata ai sostenitori per sollecitare donazioni. "Lo Stato oscuro - scrive Trump nella email - userà qualsiasi cosa avrà a disposizione per chiudere il movimento che tu hai messo al primo posto".
"Noi - si legge ancora nella lettera - stiamo vivendo il capitolo più buio della storia americana. Da quando ho cominciato a correre per la carica di presidente da completo outsider politico, la corrotta classe al potere ha cercato di chiudere il movimento America First". "Il 2024 - aggiunge - con il tuo supporto noi scriveremo il prossimo grande capitolo della storia americana, e il 2024 sarà ricordato per sempre come quello in cui noi abbiamo salvato la nostra Repubblica. Noi renderemo di nuovo grande l'America".
E nel Partito Repubblicano ci sono già prese di posizione che a sostegno dell'ex presidente. Il senatore Lindsey Graham, uno dei leader del Partito, ha definito l'incriminazione di Donald Trump "vodoo legale" e le accuse "str...". "Questo - ha dichiarato in un'intervista a Fox News - è letteralmente un vodoo legale. Questa è una persecuzione politica, questa è la combinazione di odio politico e persecuzione selettiva". Graham ha chiesto agli elettori repubblicani di donare per la campagna di Trump.
Un'analoga reazione arriva anche dall'ex vice presidente degli Stati Uniti e probabile candidato alla nomination repubblicana per le elezioni presidenziali del 2024, Mike Pence, che ha definito l'incriminazione dell'ex presidente, Donald Trump, una "persecuzione politica". "Penso che la stragrande maggioranza del popolo americano la vedrà in questo modo", ha aggiunto l'ex vice di Trump in un'intervista alla Cnn.