AGI - Le autorità neozelandesi hanno annunciato il primo caso di rabbia letale per l'uomo, assicurando che il paziente deceduto aveva contratto la malattia virale all'estero. Dichiarazioni all'insegna della trasparenza e volutamente rassicuranti quelle diffuse da Wellington, che ha garantito "l'assenza di rabbia tra le popolazioni animali in patria" e che "non c'è alcun rischio per altre persone". Il personale medico degli ospedali di Whangarei (Nord) e della città vicina di Auckland, dove il paziente è stato curato, ha applicato "tutte le misure di controllo dell'infezione", ha riferito il ministero della Sanità.
"La trasmissione della rabbia da persona a persona è estremamente rara, quasi sconosciuta, e quindi non vi è alcun rischio per il pubblico", ha affermato il ministero in una nota. La rabbia viene solitamente trasmessa attraverso la saliva di un animale infetto che morde qualcuno.
Il paziente, la cui identità non è stata rivelata, era sospettato di avere la malattia quando è stato ricoverato in ospedale all'inizio di marzo. I risultati del laboratorio hanno successivamente confermato che si trattava del primo caso di rabbia in Nuova Zelanda, che ha una popolazione di 5 milioni.
"La Nuova Zelanda non ha la rabbia nelle sue popolazioni animali o umane, e questo caso non influisce sul nostro status di Paese libero dalla rabbia", ha sottolineato il Dipartimento della Salute. "I viaggiatori dovrebbero essere consapevoli, tuttavia, che migliaia di casi umani di rabbia vengono segnalati ogni anno in tutto il mondo, anche in un certo numero di Paesi della nostra regione", ha dichiarato il direttore della Sanità pubblica, Nick Jones, esortando le persone a farsi vaccinare prima di recarsi in Paesi in cui la rabbia è comune.