AGI - Israele è fermo per uno storico sciopero generale indetto a sostegno della protesta dei cittadini contro la contestatissima riforma giudiziaria voluta dal governo di Benjamin Netanyahu. È la maggior crisi costituzionale registrata nel Paese dalla sua fondazione, nel 1948. Di fatto la riforma porta a un rafforzamento dei poteri dell'esecutivo a scapito di quelli della magistratura. Questi i punti più controversi.
Elezione dei giudici
Il comitato responsabile di raccomandare la nomina e la destituzione dei giudici attualmente è composto da 9 membri (scelti tra giudici in esercizio, rappresentanti avvocati e membri Knesset e governo). Passerà a 11 membri, con ben 6 in rappresentanza dell'esecutivo (ed è una versione 'ammorbidita' perché la prima versione del testo assegnava al governo 7 componenti).
Attualmente il comitato è invece costituito da 9 membri tre giudici in esercizio, rappresentanti del collegio degli avvocati, membri del governo e della Knesset. Del comitato faranno parte anche due eletti dell'opposizione e tre giudici indipendenti, ma per i critici non basta a garantire una composizione equilibrata.
Revisione giudiziaria
Il testo mette un freno al potere di revisione delle leggi da parte della Corte Suprema, compresa sulla Legge Fondamentale, un corpus di leggi con rango costituzionale. Secondo la riforma proposta, per invalidare una legge qualsiasi servirà il consenso dell'80% dei giudici della Corte Suprema, mentre attualmente basta soltanto la maggioranza semplice.
Clausola di annullamento
Si tratta del punto più polemico della riforma, che permette a una maggioranza parlamentare semplice di 61 deputati su 120 di annullare sentenze della Corte Suprema relative a modifiche o annullamenti di leggi. Questa clausola viene considerata dai detrattori della riforma come una chiara violazione della separazione dei poteri e dell'indipendenza della giustizia.
Consulenti legali dei ministeri
il testo riclassifica gli incarichi di consulenti legali dei ministeri, che dagli attuali esperti indipendenti supervisionati dal ministero della Giustizia saranno invece avvocati scelti con criteri politici. Per giunta i pareri che emetteranno saranno vincolanti e la loro attuazione sara' obbligatoria. In questo modo i ministri avranno il controllo totale sulla scelta e la nomina di tali esperti, segnando di fatto una politicizzazione di queste figure.
Ragionevolezza
La riforma pretende di limitare il raggiungimento del concetto di 'ragionevolezza' con cui i tribunali possono sottoporre di propria iniziativa al controllo giurisdizionale qualsiasi decisione governativa, compresa la nomina di pubblici ufficiali a seconda che ritengano le misure ragionevoli o irragionevoli.
In base a questo criterio, lo scorso gennaio fu considerata "irragionevole" la nomina a ministro dell'Interno e della Salute del leader ultraortodosso Aryeh Deri, che soli pochi mesi prima era stato condannato per frode fiscale e aveva evitato il carcere grazie a un accordo di colpevolezza con il quale si era impegnato a lasciare la politica.