AGI - Domani i ministri dell'Energia dell'Ue daranno il via libera definitivo allo stop alla vendita di auto nuove a motori termici dal 2035. Saranno esentati gli e-fuels, i combustibili sintetici, come da richiesta della Germania che è riuscita a costringere la Commissione europea a un compromesso, pena la bocciatura di tutto il pacchetto. L'Italia invece non ha ottenuto l'interpretazione che avrebbe voluto dare anche all'accordo: nella deroga per i carburanti neutri decretata dal Considerando 11 del Regolamento devono poter rientrare anche i biocarburanti.
A Bruxelles non la pensano cosi' e gli ambasciatori, che oggi hanno dato il via libera per il voto di domani, non hanno ascoltato la richiesta italiana di prendere tempo per studiare meglio l'intesa e rinviare il voto. L'Italia - raccontano fonti diplomatiche - ritiene che sul piano procedurale, lo sviluppo del negoziato occorso nel weekend e la dichiarazione che ne scaturisce hanno implicazioni sostanziali su interpretazione e attuazione del Regolamento. Sul piano sostanziale, sostiene che una interpretazione restrittiva dei carburanti neutri in termini di Co2 - che include cioè e-fuels ma esclude altri carburanti rinnovabili come i biocarburanti - "non è accettabile in quanto non in linea con il principio di neutralità tecnologica".
Il regolamento, colonna del piano Fit for 55 della Commissione europea, era stato presentato dall'esecutivo europeo il 14 luglio 2021. L'iter legislativo era arrivato quasi a conclusione, con un passaggio travagliato in Parlamento in cui è stato possibile strappare, tra l'altro, una deroga per la Motor Valley italiana. Il 14 febbraio il Parlamento europeo ha dato il suo via libera definitivo e il 7 marzo doveva arrivare l'ok finale del Consiglio, un passaggio meramente formale di solito. Se non fosse che il 28 febbraio l'Italia ha reso noto il proprio voto contrario (nella prima votazione era stato positivo, ma si trattava di un altro Governo).
All'Italia si è aggregata la Germania che ha reso note le sue "perplessità". Per l'approvazione del Regolamento serve la maggioranza qualificata: il 55% degli Stati che rappresenti almeno il 65% della popolazione. Con la contrarietà di Polonia e l'astensione di Bulgaria, già note, il passo indietro di Germania e Italia formava la cosiddetta minoranza di blocco. Berlino ha quindi approfittato della leva per avviare un negoziato con la Commissione europea e ottenere la deroga per gli e-fuels.
Scatenando malessere non solo tra gli altri Stati membri - generalmente quando si raggiunge un accordo non si cambia prima del voto finale - e del Parlamento europeo che non voleva venisse toccato il Regolamento approvato. Per accontentare tutti la Commissione europea, senza mettere mano al Regolamento già approvato dal Parlamento, ha promesso una dichiarazione allegata per un netto riconoscimento dei carburanti sintetici. E una proposta legislativa - con un atto delegato - che arriverà nell'autunno del 2024.
L'Italia, da parte sua, insiste sul fatto che se vengono riconosciuti gli e-fuels non possono essere esclusi i biofuels. Interpretazione non condivisa dall'esecutivo europeo che ritiene i biocarburanti comunque più inquinanti rispetto a quelli sintetici. Questo ha probabilmente ostacolato l'avvio di un negoziato al pari di quello con Berlino. Per l'approvazione del nuovo regolamento bastava il via libera di uno dei due.