AGI - Almeno 29 migranti provenienti dall'Africa sub-sahariana sono morti nel naufragio di alcune imbarcazioni al largo della Tunisia mentre cercavano di attraversare il Mediterraneo verso l'Italia. Lo ha annunciato la Guardia Costiera tunisina, precisando di aver già recuperato i corpi.
La Guardia costiera tunisina ha salvato cinque persone al largo della costa di Mahdia, che si trovavano a bordo dell'imbarcazione partita dalle spiagge di Sfax. Le autorità tunisine non hanno risposto a una richiesta di commento. La Guardia costiera ha dichiarato di aver fermato circa 80 imbarcazioni dirette in Italia negli ultimi quattro giorni e di aver arrestato più di 3.000 migranti, per lo più provenienti da paesi dell'Africa sub-sahariana.
Ieri il totale di sbarchi a Lampedusa è stato di 19: 762 migranti in tutto. All'hotspot di contrada Imbriacola, da dove ieri sono state trasferite 525 persone, al momento oltre 2.000 persone a fronte di poco meno di 400 posti disponibili. "La Sicilia è un esempio storico di accoglienza. Lo è nella sua stessa identità. Non può essere lasciata sola, dobbiamo aiutarla", ha detto il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, oggi a Siracusa per l'apertura dell'Anno mariano indetto dall'arcivescovo di Siracusa Francesco Lomanto.
Partono dalla Tunisia, dalla Libia, dal Marocco, dalla Turchia, alla volta dell'Europa: se sono fortunati, dopo giorni incrociano navi in grado di soccorrerli o lanciare allarmi; altrimenti muoiono di fame, di sete, annegano: sette sono affogati a metà strada tra Malta e l'Italia, 41 al largo del Marocco, di decine di altri non si ha neanche notizia.
Le persone soccorse provengono da Burkina Faso, Ciad, Costa d'Avorio, Eritrea, Etiopia, Gambia, Guinea Conakry, Liberia, Niger, Nigeria, Mali, Sud Sudan, Sudan, Somalia. Si tratta per la maggior parte di Paesi dilaniati da guerre civili e da insicurezza alimentare. "Le persone soccorse hanno viaggiato per più di 20 ore senza bere né mangiare - riporta Eliza Sabatini, infermiera a bordo della nave Life Support - Da una prima valutazione, risultano tutti debilitati e disidratati. Nelle prossime ore esamineremo i casi individuali".
"Erano le 21 quando abbiamo ricevuto la segnalazione di un'imbarcazione in difficoltà in acque internazionali - ha raccontato sabato Emanuele Nannini, capomissione della nave Life Support - Arrivati sul posto, abbiamo trovato il natante sovraffollato e alla deriva, senza possibilità di usare il motore perché era terminata la benzina. Il gommone riportava già danni strutturali, ovvero aveva i tubolari quasi sgonfi. Abbiamo informato tutte le autorià e iniziato subito le attività di soccorso". "Il natante si trovava in acque internazionali della zona ricerca e soccorso maltese - ha proseguito Emanuele Nannini - Malta, pur essendo stata informata immediatamente, non ha coordinato le attività di soccorso né offerto un porto di sbarco sicuro".