AGI - Dalla terrazza dell'Hotel Chapter Eric Dupond-Moretti ammira Roma gustandosi una sigaretta. Sono le 18 dell'ultimo sabato di marzo 2023. Un mese che il ministro della Giustizia francese non dimenticherà facilmente: il suo Paese è a ferro e fuoco per la riforma delle pensioni e nessuno può dire come andrà a finire. "E' l'estrema sinistra che soffia sul fuoco. Dobbiamo aspettare che la situazione si calmi un po'", confida all'AGI. Il Guardasigilli è affabile. E' venuto a Roma per sostenere la candidata del partito di Emmanuel Macron nell'elezione suppletiva per il seggio dell'ottava circoscrizione estera dell'Assemblea Nazionale. "Dobbiamo allargare la maggioranza" all'Assemblea Nazionale "e per questo è importante vincere questo appuntamento elettorale con la nostra candidata", Deborah Abisror de Lieme.
I camerieri offrono dell'italianissimo prosecco ai presenti (una ventina di persone in tutto). "Ci troviamo in una situazione non semplice" in Francia, riconosce il ministro, di origine italiana e avvocato di professione. Nel frattempo arriva Sandro Gozi, eletto eurodeputato in Francia con il partito di Macron. "Non lo so perché c'è così tanta rabbia" tra i francesi, "ma posso dire che se vogliamo salvare il sistema pensionistico retributivo, ovvero un sistema basato sulla solidarietà in cui le persone attive pagano le pensioni, la soluzione è la riforma. E' uno sforzo che viene richiesto ai francesi e nessuno lo accetta con il sorriso, ma è indispensabile".
"Le alternative - spiega il ministro - erano aumentare le tasse, ma siamo già il Paese campione del mondo in materia fiscale, oppure diminuire l'importo delle pensioni, ma questo nessuno può accettarlo. La riforma va quindi nella direzione giusta se vogliamo salvare il sistema retributivo". "Capisco che l'innalzamento dell'età pensionabile a 64 anni possa far sorridere gli italiani e non solo", aggiunge sottolineando che l'articolo 49 comma 3 della Costituzione francese, che ha consentito l'approvazione della riforma saltando il voto dell'Assemblea Nazionale, "è stato già utilizzato 99 volte dal 1958 ed è previsto da una Costituzione voluta dal generale de Gaulle e approvata con referendum da oltre l'80% dei francesi".
Ad ogni modo, "non c'è un diritto a incendiare i cassonetti della spazzatura o le macchine così come non c'è il diritto di aggredire la polizia. Nelle proteste dell'altra notte sono rimasti feriti molti agenti delle forze dell'ordine, che fra l'altro proteggono anche i manifestanti stessi. Serve fermezza".
Commentando l'incontro a margine del Consiglio europeo fra la premier Giorgia Meloni e il presidente Emmanuel Macron, il ministro osserva: "Posso essere d'accordo che ci siano state delle 'frizioni'" iniziali fra i due leader, "ma credo che l'Italia sia molto amica della Francia e che la Francia sia molto amica dell'Italia. Il presidente Macron è stato fra l'altro molto chiaro dicendo che l'Italia è un grande Paese democratico, che gli italiani hanno scelto e che noi rispettiamo questa scelta democratica. Io la penso ovviamente allo stesso modo".
La questione dei migranti è europea
Quella dei migranti, prosegue, "è certamente una questione innanzitutto europea. Detto questo, c'è comunque la volontà di Francia e Italia di risolvere queste difficoltà, che non sono facili e che meritano ancora molto dialogo, molto lavoro. L'Europa - continua il Guardasigilli - deve essere molto proattiva perché il problema non riguarda solo l'Italia o la Francia, è un problema molto più ampio, un problema europeo, e non possono esserci soluzioni nazionali".
Prima di tornare a Parigi, Dupond-Moretti conferma che "martedì prossimo ci sarà la decisione della Corte di Cassazione" francese sull'estradizione degli ex terroristi rossi rifugiati oltralpe. "I brigatisti - aggiunge - sono dei terroristi che hanno sangue sulle mani. E io ho sempre pensato che se un terrorista francese avesse commesso quei reati in Francia e fosse venuto a rifugiarsi all'ombra del Colosseo i francesi avrebbero gridato all'ingiustizia. Motivo per il quale, insieme con il presidente Macron, ho dato il via libera ai fermi".
"Si dice che è tutta colpa della famosa dottrina Mitterrand, ma non è corretto perché Mitterrand aveva detto a Bettino Craxi che la Francia non avrebbe perseguito coloro che non avevano sangue sulle mani, mentre quelli di cui parliamo ce l'hanno. E' la giustizia italiana che lo ha detto, una giustizia sovrana, indipendente e nessuno può dire il contrario". Secondo il ministro, indfine, "Cesare Battisti aveva sedotto tutta la sinistra francese e anche il giornale liberation".