AGI - Conclusa la visita del presidente cinese Xi Jinping a Mosca. Xi e la delegazione che lo accompagna sono decollati dall'aeroporto Vnukovo e il leader della Cina è stato salutato da una guardia d'onore, che ha eseguito gli inni della RPC e della Federazione Russa.
Mosca e Pechino rafforzano ulteriormente la loro cooperazione, vogliono approfondire le loro relazioni e Vladimir Putin e Xi Jinping hanno firmato nuovi accordi per espandere la partnership strategica fino al 2030. Quanto all'Ucraina, al termine della seconda giornata di colloqui a Mosca, il presidente russo ha delineato il quadro entro il quale si può parlare di pace: è il piano cinese che può fare da base a un futuro accordo sul conflitto. La guerra in Ucraina ha fatto da sfondo costante a quella che è stata la giornata clou della 'tre giorni' di Xi a Mosca.
Xi ha assicurato che la Cina lavora per rilanciare i negoziati e i due Paesi hanno esortato l'Occidente a fermare ogni azione che alimenti ulteriormente il conflitto perché, in caso di ulteriore escalation, in caso di guerra nucleare non ci potranno essere vincitori. In una dichiarazione congiunta con i toni da Guerra Fredda, i due leader hanno anche attaccato l'Occidente, accusando gli Stati Uniti di "minare" la sicurezza internazionale per mantenere il "vantaggio militare" ed espresso la "preoccupazione" per la crescente presenza della Nato in Asia.
Putin ha anche avvertito che la Russia reagirà all'eventuale spedizione in Ucraina da parte del Regno Unito di munizioni per i carri armati con l'uranio impoverito: un monito a chiare lettere dopo che ieri il sottosegretario alla Difesa del Regno Unito, Annabell Goldie, aveva ventilato questa possibilità in Parlamento. In assenza di una svolta sull'Ucraina, il faccia-a-faccia a Mosca tra Putin e Xi è servito soprattutto a dimostrare la forza delle relazioni di Russia e Cina. Il negoziato, culminato in serata con una cela di gala al Cremlino, ha approfondito il partenariato strategico russo-cinese e le relazioni che sono entrate "in una nuova era" e che hanno "una natura speciale".
Le due potenze vogliono espandere i collegamenti stradali e ferroviari, Putin ha garantito che la Russia è pronta a soddisfare la crescente domanda di energia della Cina e assicurato che sono stati concordati "praticamente tutti i parametri" di un secondo gasdotto che trasporterà gas (quello non piu' diretto all'Europa) dalla Siberia alla Cina. Entro il 2030, l'approvvigionamento di gas dovrebbe salire a quasi 100 miliardi di metri cubi all'anno; verranno forniti 100 milioni di tonnellate di Gpl, ma anche carbone e combustibile nucleare.
Il presidente russo vede anche il potenziale per sviluppare una rotta marittima settentrionale con la Cina. Il volume degli scambi tra Cina e Russia ha raggiunto la cifra record lo scorso anno di quasi 190 miliardi di dollari; quest'anno, ha sottolineato Putin, il valore dovrebbe salire a oltre 200 miliardi di dollari. Xi, ignorando platealmente il mandato d'arresto internazionale che pende sul capo del suo ospite, lo ha invitato a Pechino, una visita che potrebbe essere fatta forse anche entro l'anno.
La "pace cinese"
"Molti dei punti inclusi nel piano di pace cinese sono in linea con le posizioni russe e possono servire come base per una soluzione pacifica", ha detto Putin, un piano utile "quando l'Occidente e Kiev saranno pronti. Anche se, per ora, non vediamo una tale volontà da parte loro". Dopo che Putin ha messo in guardia la Gran Bretagna dal fornire all'Ucraina munizioni per i carri armati all'uranio impoverito, il ministro della Difesa, Sergey Shoigu, ha avvertito che un simile passo avvicina sempre più a un conflitto nucleare; e il capo della diplomazia, Sergey Lavrov, ha ricordato che un passo del genere violerebbe "il diritto internazionale umanitario, come è successo in Jugoslavia nel 1999".
Sebbene non sia vietato dalle convenzioni internazionali, l'uso dell'uranio impoverito genera sempre grande allarme per i rischi e i pericoli arrecati alle popolazioni colpite. Ma il capo del Cremlino ha anche accusato l'Occidente di non prendere seriamente in considerazione l'iniziativa di pace della Cina per l'Ucraina: il piano presentato a febbraio chiede un cessate il fuoco e colloqui immediati, ma finora non ha prodotto risultati tangibili.
Gli Stati Uniti sono convinti che legittimerebbe le conquiste territoriali della Russia in Ucraina, dando a Mosca il tempo di ricostituire le sue forze armate per una nuova offensiva. Anche l'Ucraina è scettica, ma si è astenuta dal criticare apertamente la Cina: il presidente Volodymyr Zelensky spera ancora di vedere o parlare direttamente con Xi, quando domani terminerà la sua visita a Mosca. Ma finora non c'è ancora nulla di concreto.
La Casa Bianca: "La Cina non può essere mediatore imparziale"
La Casa Bianca non ritiene che la Cina possa essere un mediatore imparziale tra Mosca e Kiev sulla guerra in Ucraina. Lo ha detto chiaramente il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale, John Kirby, nella serata di martedì, quando il presidente Xi Jinping era ancora a Mosca. "Non credo che si possa ragionevolmente considerare la Cina come imparziale in alcun modo", ha osservato.
Kirby ha ricordato come Pechino abbia continuato a comprare petrolio russo a prezzi scontati nonostante le sanzioni e come di fatto non abbia mai criticato l'invasione. La Cina, ha aggiunto, "continua a ripetere a pappagallo la propaganda russa"