AGI - "Putin sa che sono a disposizione". Papa Francesco ha ribadito la sua disposizione a facilitare il negoziato sull'Ucraina. Lo ha detto in un'intervista all'emittente svizzera Rsi, anticipata da Repubblica, Corriere della Sera e La Stampa, in cui ha anche fatto il bilancio dei 10 anni di pontificato.
"Gli parlerei chiaramente come parlo in pubblico. È un uomo colto. Il secondo giorno della guerra sono stato all'ambasciata di Russia presso la Santa Sede a dire che ero disposto ad andare a Mosca a patto che Putin mi lasciasse una finestrina per negoziare".
"Mi scrisse Lavrov dicendo grazie ma non è il momento", aggiunge il Pontefice. "Putin sa che sono a disposizione. Ma li' ci sono interessi imperiali, non solo dell'impero russo, ma degli imperi di altre parti. Proprio dell'impero è mettere al secondo posto le nazioni".
"Il campo di battaglia è l'Ucraina. Lì lottano tutti. Questo fa pensare all'industria delle armi. Un tecnico mi diceva: se per un anno non si producessero le armi sarebbe risolto il problema della fame nel mondo. È un mercato. Si fa la guerra, si vendono le armi vecchie, si provano le nuove", ha sottolineato.
Il tema delle dimissioni
"Una stanchezza che non ti fa vedere chiaramente le cose. La mancanza di chiarezza, di sapere valutare le situazioni. Anche il problema fisico, può darsi": papa Francesco spiega cosi' che cosa potrebbe spingerlo alle dimissioni.
"Su questo - aggiunge - domando sempre e seguo i consigli. Come vanno le cose? Ti sembra che devo alle persone che mi conoscono, anche ad alcuni cardinali intelligenti. E mi dicono la verità: continua va bene. Ma per favore: gridare a tempo".