AGI - Undici Paesi dell'Ue, guidati dalla Francia, hanno annunciato il rafforzamento della loro cooperazione nel nucleare per sviluppare "nuovi progetti", sottolineando il ruolo dell'atomo nella decarbonizzazione dell'economia, nonostante la forte opposizione della Germania. L'Italia al momento resta a guardare nonostante le spinte in avanti del vice premier Matteo Salvini. "L'energia nucleare è uno dei tanti strumenti per raggiungere i nostri obiettivi climatici, generare elettricità di base e garantire la sicurezza dell'approvvigionamento", si legge in una dichiarazione congiunta degli Stati coinvolti firmata a margine dell'incontro dei ministri europei dell'energia a Stoccolma.
Gli undici Stati - Francia, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Ungheria, Finlandia, Paesi Bassi, Polonia, Romania, Slovacchia e Slovenia - concordano di "sostenere nuovi" progetti nucleari, basati in particolare "su tecnologie innovative" oltre che "sull'attività delle centrali elettriche esistenti". Il testo prevede progetti di formazione congiunti, "opportunità per una maggiore cooperazione scientifica" e "la diffusione coordinata delle migliori pratiche in materia di sicurezza".
"Il nucleare rappresenta il 25% della nostra produzione elettrica europea, emette meno carbonio dell'eolico e del fotovoltaico", aveva già evidenziato lunedì la ministra francese per la Transizione energetica, Agnés Pannier-Runacher, identificandolo come uno strumento "complementare" alle rinnovabili "per raggiungere la neutralità carbonica" nel 2050 come da obiettivo Ue. "Dobbiamo unire le forze" per innovare e "sviluppare nuove strutture", ha esortato. "Stati Uniti, Regno Unito, Corea del Sud, Cina, India e persino Giappone stanno considerando il nucleare come un mezzo importante per decarbonizzare la loro economia. Dobbiamo essere in condizioni di parità", ha aggiunto.
La Polonia, che punta sul nucleare per sganciarsi dal carbone, e la Repubblica Ceca avevano accolto ieri questo progetto di "alleanza", anche se il termine non è stato mantenuto nella dichiarazione finale. "Le rinnovabili possono essere instabili. Serve un'energia stabile e sostenibile, a basse emissioni di carbonio: ne conosciamo solo una, il nucleare", ha osservato il ministro ceco per l'Energia, Jozef Sikela.
Gli undici Paesi firmatari sono gli stessi che hanno sostenuto a fine 2021 il riconoscimento del carattere "sostenibile" dell'energia nucleare, che non emette CO2, nella "tassonomia" europea, un'etichettatura verde che consenta di agevolare alcune investimenti. Così come la Francia ha vinto la battaglia di considerare 'green' anche l'idrogeno prodotto da nucleare. La Svezia, il cui attuale governo è pro-nucleare, non ha firmato la dichiarazione odierna, essendo tenuta alla neutralità durante i sei mesi di presidenza del Consiglio dell'Ue. Tuttavia si è mostrata accomodante.
"Rispettiamo il fatto che gli Stati sceglieranno soluzioni diverse per la loro transizione, l'obiettivo essenziale è quello di fare a meno dei combustibili fossili", ha insistito la ministra Ebba Busch. L'iniziativa della Francia arriva in un momento in cui il modello energetico tedesco, basato sulle importazioni di gas a basso costo, è minato dalla guerra in Ucraina e dagli sforzi dell'Ue per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili. L'ostilità di Berlino nei confronti dell'atomo è condivisa in particolare da Austria e Lussemburgo.
"Per vincere la corsa contro il cambiamento climatico, dobbiamo essere veloci. La costruzione di nuove centrali nucleari richiede 15 anni, e sono due o tre volte più costose dell'eolico e del solare. È ideologia, non pragmatismo", ha dichiarato il ministro lussemburghese Claude Turmes. "Dobbiamo puntare sulle soluzioni disponibili, economiche, senza effetti negativi, senza pericoli: le energie rinnovabili", ha aggiunto la ministra austriaca Leonore Gewessler.
L'Italia, tradizionalmente contro il nucleare, era stata inizialmente invitata all'alleanza ma non ha partecipato. Tuttavia il vice premier e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, nel suo intervento al Consiglio informale Trasporti ha definito "un drammatico errore" la scelta italiana di non investire sul nucleare.