AGI - "Sono rimasta nei servizi segreti perché volevo fare da apripista per altre donne afroamericane", ha scritto dopo molti anni Zandra Flemister, la prima donna di colore assunta come agente speciale nei Servizi segreti americani nel 1974, deceduta lo scorso 21 febbraio all’età di 71 anni.
Ma fin dai suoi primi giorni di lavoro, la Flemister “ha subito atti di razzismo e discriminazione che alla fine l'avrebbero allontanata dall'agenzia che aveva sperato ardentemente di servire”, scrive il Washington Post, in quanto “spesso relegata in ruoli scomodi” e per nulla edificanti, tanto da arrivare a sostenere un'azione legale collettiva, avviata nel 2000, per una “presunta discriminazione razziale dilagante all'interno del Servizio segreto”.
Gli episodi ricostruiti dal Post sono più d’uno: dal collega agente che le fece un gesto e osservò: "Di chi è prigioniera?", commento che, come ha avuto modo di ricordare lei a distanza di tempo, l'ha lasciata "imbarazzata e umiliata" fino all’episodio in cui un altro collega “ha apposto l'immagine di un gorilla sopra la sua fotografia sulla sua carta d'identità ufficiale”, oltre alle “mie richieste, costantemente negate, di poter esser trasferita a squadre dove si potesse avanzare di carriera, la mia credibilità e competenza costantemente messe in discussione e l'uso comune di epiteti razziali in mia presenza", ha raccontato lei stessa.
Zandra Flemister ha lasciato l'agenzia nel 1978, accettando una riduzione dello stipendio per far parte del Servizio Esteri. Durante più di tre decenni con il Dipartimento di Stato ha però ricoperto incarichi in tutto il mondo, tra cui Console generale a Islamabad, in Pakistan, e a Washington come rappresentante senior del Dipartimento di Stato presso il Centro di screening terroristi dell'Fbi. Si è poi ritirata dal Dipartimento di Stato nel 2011 a causa di un principio di perdita di memoria, tale da non poter seguire neppure gli sviluppi della sua causa per discriminazione intentata contro i Servizi segreti. Quest’ultimi, nel 2017, hanno accettato però un accordo da 24 milioni di dollari anche se “non hanno mai ammesso alcun illecito o pregiudizio istituzionale, impegnandosi però a riconsiderare la sua promozione”.
Al Dipartimento di Stato, Flemister è diventata una specialista in affari diplomatici con incarichi in varie capitali, ha conseguito un master in logistica militare presso la National Defense University nel 2003 e ha raggiunto il grado di alto funzionario dei servizi esteri. "Quando Zandra e io siamo entrati nel Dipartimento di Stato, c'erano pochissime donne e un numero ancora minore di donne nere", ha ricordato in un'intervista Joyce Barr, per 37 anni al Servizio Esteri ed ex ambasciatrice in Namibia. "È stato molto, molto impegnativo perché le persone pensavano che tu fossi lì solo per il tuo genere e il colore della pelle e fossi intrinsecamente inadatta” ma “la sua storia dev’esser’ raccontata", ha detto, "in modo che i giovani, specie le giovani donne nere, possano aspirare a essere la prossima Zandra Flemister".
I servizi segreti hanno impiegato quasi un secolo prima di assumere il primo agente speciale nero,Charles L. Gittens, nel 1956 e sarebbero trascorsi poi altri 15 anni prima che l'organizzazione assumesse le sue prime agenti donne e Sandra Flemister, prima donna di colore in quel ruolo, nel 1974.