AGI - Tensione politica alle stelle in Parlamento dove fino alla mezzanotte di venerdì è in corso l'esame del progetto di legge della controversa riforma delle pensioni. La presidente dell'Assemblea nazionale francese, Yael Braun-Pivet, ha deplorato una "strategia di ostruzionismo, di guerriglia parlamentare da parte di un gruppo di deputati di LFI", la France Insoumise, di sinistra radicale.
Nel mirino della presidente del Parlamento ci sono "alcuni deputati responsabili di insulti", definendo quanto sta succedendo nell'emiciclo di "molto grave, non all'immagine di quello che i francesi hanno scelto".
Al gruppo del partito di Jean-Luc Melenchon, che domina la coalizione di sinistra ed ambientale Nupes, viene chiesto da più parti - anche dai sindacati - di ritirare quasi 9mila emendamenti "per consentire al dibattito di avere luogo". Dopo una settimana di lavori, i deputati sono riusciti ad esaminare 544 emendamenti al testo - ne rimangono altri 14mila - e ad approvare solo il primo articolo.
Nelle scorse ore la sinistra di Nupes ha ritirato mille emendamenti per, come spiegato dall'ambientalista Sandrine Rousseau, "poter avere un vero dibattito sulle alternative al finanziamento" della riforma.
Secondo lei "se si trovano soluzioni in materia di finanziamento del sistema, non ci sarà bisogno dell'articolo 7", quello relativo allo slittamento a 64 anni dell'età pensionabile. La coalizione di sinistra non teme nemmeno il voto della legge in quanto in passato testi importanti sono stati poi ritirati nonostante fossero stati approvati dal Parlamento.
Oltre alle polemiche sugli emendamenti, la sinistra radicale è stata all'origine di un altro momento di tensione quando il deputato LFI Aurèlien Saintoul ha trattato il ministro del Lavoro Olivier Dussopt di "assassino" per poi scusarsi.
Fuori dal Parlamento, per far salire la pressione i leader sindacali hanno programmato una nuova manifestazione per giovedì 16 febbraio, 24 ore prima della fine dell'esame del progetto di legge sulle pensioni all'Assemblea nazionale e del suo passaggio in Senato.
Quel giorno 13 dirigenti dei sindacati sfileranno ad Albi, scelta come luogo simbolo e omaggio a tutte le città medie francesi in cui in proporzione i manifestanti sono stati più numerosi rispetto a quelle di grandi dimensioni.
Guardando oltre, l'intersindacale appare decisa nel voler intensificare la mobilitazione sociale con, il prossimo 7 marzo, l'organizzazione di un'operazione denominata 'ville mortè per bloccare l'intero Paese con una "giornata nera" nei principali settori di attività.