AGI - Il 16 gennaio i deputati all’Assemblea nazionale francese hanno votato quasi all'unanimità (111 voti favorevoli, 5 contrari) un disegno di legge che vieta la vendita di strumenti coercitivi come collari chiodati, strozzatori o collari elettrici, dispositivi per "addestrare", che vengono offerti ai proprietari di cani e ne punisce l'uso con una multa di 750 euro.
Scrive Le Monde che il testo aveva ricevuto l'approvazione di tutti i gruppi politici dell'Assemblea nazionale il 10 gennaio in commissione Affari economici ed è quindi in un clima di concordia che questa "proposta modesta ma attesa, che risponde a una forte richiesta dei concittadini" è stata adottata in prima lettura.
Soddisfatta la relatrice, la deputata del Rinascimento per l'Alta Garonna Corinne Vignon, per la quale vietare questi collari è una questione di responsabilità per i proprietari di cani, così come per i professionisti - educatori e veterinari - che lavorano con loro: “Il problema dei collari è che sono in vendita e che il padrone non si rende nemmeno conto che sono abusivi”, argomenta la deputata, “e l'animale addestrato al dolore e alla costrizione fisica è un animale che avrà problemi fisici e psicologici ed è più probabile che morda e sa aggressivo”.
Ma quanto è diffuso l'uso di questi collari? I dati di vendita non sono noti, ma uno studio condotto in Francia nel 2018 sostiene che un cane su cinque ne ha indossato almeno uno nella vita, tant’è che in un parere emesso nel novembre 2022, scrive il quotidiano parigino, l'Associazione francese dei veterinari per animali domestici (Afvac) ritiene che "l'uso di collari per addestramento abbia conseguenze deleterie sulla salute fisica e mentale dell'animale", e che "il loro uso nell'educazione non è affatto giustificato".
L'associazione conferma che questi collari possono causare, in quasi il 10% dei casi, lesioni fisiche, come ustioni con necrosi della pelle, che possono promuovere stati fobici, ansiosi o depressivi negli animali e aggravare alcuni problemi comportamentali. Da qui la decisione dell’Assemblea nazionale di vietarli.