AGI - Secondo il Washington Post negli ultimi giorni, gli analisti di Wall Street di aziende come Goldman Sachs e Capital Economics hanno aggiornato le loro previsioni sulla crescita cinese, riscontrando segnali che l'epidemia di coronavirus “sta raggiungendo il picco prima del previsto”, ma che in ogni caso “il ritmo della riapertura da parte della Cina, dopo la revoca della sua draconiana politica zero-covid, “plasmerà anche le prospettive globali di crescita e inflazione”.
Ora però, una controprova di ciò che potrebbe accadere si verificherà nel corso del mese quando i lavoratori delle fabbriche costiere torneranno nei loro villaggi rurali “per celebrare il capodanno”, innescando così un possibile “secondo ciclo di infezioni nelle aree in cui il sistema medico è meno sviluppato”.
Segnali di ripresa
Tuttavia, nonostante incertezze e pericoli virali ancora incombenti, “ci sono segnali che l'economia si sta mettendo in moto”, sottolinea il Post. Non solo perché le persone tornano a circolare in metropolitana ma anche perché nel frattempo “i consumatori hanno accumulato risparmi mentre sono rimasti chiusi a casa gran parte dell'anno scorso e ora hanno soldi da spendere” e il governo “sta sostenendo politiche attive per favorire il rimbalzo”.
La capacità della Cina di riprendersi dopo quasi tre anni di autoisolamento, "è molto probabilmente il fattore più importante per la crescita globale nel 2023", ha detto ai giornalisti la scorsa settimana Kristalina Georgieva del Fondo monetario internazionale.
"Un fattore estremamente importante". Osserva a tal proposito il Post: “In effetti, gli altri principali motori dell'economia globale sono ben lungi dall'essere a pieno regime. L'economia statunitense, nonostante una buona fine del 2022, quest'anno avrà difficoltà a causa dell'aumento dei tassi d’interesse, secondo le ultime previsioni della Banca mondiale. L'Europa è in recessione e si prevede che il Giappone raggiungerà solo un tasso di crescita dell'1%”.
Per quanto riguarda la Cina, la Banca Mondiale prevede comunque una crescita del 4,4% quest'anno, e alcune stime sono anche superiori. Goldman prevede un guadagno del 5,2%. "Le prove di una rapida riapertura della Cina si stanno sommando", ha scritto la banca d'investimento in una nota ai clienti.
Il ritorno al pre-pandemia
Tuttavia, ci vorrà ancora del tempo prima che i cinesi tornino alla loro routine pre-pandemia. I prossimi mesi potrebbero portare a una ripresa stop-and-go prima di una ripresa più diffusa dell'attività in primavera, dicono gli analisti.
Tuttavia un ripresa cinese “darà un grande impulso, ma non ci aspettiamo che la Cina abbia questa enorme crescita e vada in soccorso del resto del mondo”, ha affermato Ben May, direttore della ricerca macro globale per Oxford Economics a Londra.
Cosa prevedere allora? Il Post sostiene che sebbene la crescita economica della Cina quest'anno dovrebbe superare quella di Stati Uniti, Europa e Giappone, “la sua performance sarà in ogni caso inferiore al suo contributo alla ripresa globale dalla crisi finanziaria del 2008”, quindi di sicuro “ci sarà un effetto di ricaduta positiva da parte della Cina, ma non sarà così intenso come nelle passate riprese cinesi", ha dichiarato Nathan Sheets, capo economista globale di Citigroup.
Aspettare per vedere, vedere per credere…