AGI - Un mondo cambiato dalla guerra in Ucraina, in crisi di identità, dove clima e mondializzazione sembrano ormai sfide del passato. È lo scenario su cui lunedì aprirà, nel resort svizzero di Davos, il World Economic Forum 2023, dal titolo appunto, 'La cooperazione in un mondo frammentato'.
Con quasi un anno di guerra alle spalle, in una tensione geopolitica che sembra non aver mai fine, l'Ucraina sarà quest'anno presente con un'ampia delegazione che approfitterà della scena in un contesto in cui, già da due anni, la Russia è del tutto assente. Il presidente Volodìmir Zelenski, parteciperà in videoconferenza, come ha fatto sapere il suo ufficio stampa. "L'Ucraina sarà rappresentata da una poderosa delegazione capeggiata dal presidente - ha detto Serhiy Nikiforov - che ci sarà da remoto".
Dal cancelliere tedesco Olaf Scholz alla presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen, dal premier spagnolo, Pedro Sanchez, a quello greco, Kyriakos Mitsotakis, la platea di quest'anno è come sempre importante. Saranno 2.700 i leader che parteciperanno dal 16 al 20 gennaio prossimi. E i capi di Stato o di governo saranno 52, come hanno annunciato gli organizzatori in una conferenza stampa nei giorni scorsi.
Tanto mondo anche se poca Italia, che quest'anno sarà rappresentata solo dal ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. Tra i manager Paolo Dal Cin di Accenture, Paolo Merloni del gruppo Ariston, Michele Crisostomo e Francesco Starace di Enel, Lucia Calvosa di Eni, Alexander Stubb del European University Institute, Mario Moretti Polegato di Geox, Andrea Illy di Illycaffè, Carlo Messina di Intesa Sanpaolo, Nerio Alessandri e Erica Alessandri di Technogym, Andrea Orcel e Pier Carlo Padoan di Unicredit, Matteo Laterza di Unipol Gruppo, Arnold Puech Pays d'Alissac della World Farmers' Organization.
Saranno inoltre presenti l'inviato speciale del presidente degli Stati Uniti per il clima, John F. Kerry, il direttore del Federal Bureau of Investigation (FBI), Christopher Wray, la direttrice della US National Intelligence, Avril Haines, la presidente della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde, il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, la direttrice del Fondo Monetario Internazionale, Kristalina Georgieva, il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, il direttore generale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus e il direttore generale dell'Organizzazione Mondiale del Commercio, Ngozi Okonjo-Iweala.
Vi saranno anche ben 19 governatori di banche centrali. "Al summit - ha spiegato Klaus Schwab, fondatore e presidente esecutivo del World Economic Forum - cercheremo di rafforzare la cooperazione pubblico-privato per affrontare le sfide più urgenti del mondo frammentato in cui viviamo. Cercheremo di uscire dalla crisi attuale per un futuro più inclusivo e sostenibile, creando le condizioni per una ripresa forte e duratura. Allo stesso tempo, deve esserci una presa di coscienza che lo sviluppo economico deve essere reso più resiliente, più sostenibile e che nessuno dovrebbe essere lasciato indietro", ha aggiunto Schwab sottolineando che "vi sarà una partecipazione senza precedenti della società civile, di attivisti e di giovani". L'obiettivo, ha concluso, "è ristabilire la fiducia concentrandoci sull'agenda economica".